Cronaca

Covid-19, 5 nuovi casi in Molise: 4 fanno parte del gruppo andato in vacanza con i medici contagiati

Anche il Molise alle prese con l’emergenza Covid-19. A essere più colpito il territorio del Basso Molise in particolare la città di Termoli, dove da ieri il San Timoteo è stato chiuso per il rischio contagio, dopo che due operatori sanitari sono risultati positivi. Insieme al medico della città adriatica avevano fatto un viaggio in Trentino e da lunedì erano tornati a lavoro.

Cosa differente per il medico, rientrato dalla vacanza già con sintomi e di fatto impossibilitato a lavorare. L’uomo di 61 anni è ora ricoverato al Cardarelli di Campobasso e le sue condizioni da ieri pomeriggio sono diventate più preoccupanti. Il medico è stato, infatti, trasferito in terapia intensiva.

Nel nosocomio termolese, intanto, proseguono i tamponi sul personale sanitario. I controlli sono partiti nei reparti dove operavano i due operatori sanitari che, risultati positivi ma senza sintomi, sono in quarantena domiciliare, così come la figlia della coppia risultata positiva.

Al San Timoteo, solo ieri sono stati effettuati 72 tamponi. Su questi cinque sono risultati positivi. Di questi 2 riguardano altro personale in servizio presso il Pronto Soccorso del San Timoteo e 3 altri cittadini sempre della zona di Termoli.

Di questi 5 nuovi casi positivi, 4 sono legati al cluster epidemiologico dei turisti rientrati dal Nord Italia e uno è relativo ad un cluster epidemiologico proveniente sempre da altra regione. Tutti i pazienti sono in isolamento e, attualmente, non ricoverati a Campobasso.

Le attività del Pronto Soccorso di Termoli sono, al momento, sospese e resta un contingente ridotto di personale per l’assistenza ai pazienti ricoverati.

Su Isernia, invece, 4 sono i pazienti in isolamento domiciliare, che non presentano, per ora, sintomi.

Al Cardarelli di Campobasso, oltre al medico della città adriatica, anche marito e moglie di Montenero di Bisaccia. I primi contagiati del Molise. La donna più anziana, la cosiddetta paziente tre, è stata dimessa ieri e sta a casa.

Intanto le strutture sanitarie private hanno messo 30 posti di terapia intensiva a disposizione dell’emergenza. Se ce ne dovesse essere bisogno serviranno a far fronte alle esigenze di altre regioni, dove la situazione è al collasso. Dopo l’episodio del San Timoteo, la situazione rest.a tuttavia,preoccupante anche in Molise.

Qui le attività ambulatoriali nelle strutture pubbliche di Campobasso e Termoli sono state sospese fino al 15 marzo.

Cosa differente alla Cattolica, dove le attività ambulatoriali proseguono normalmente – senza però consentire l’ingresso degli accompagnatori – e a esclusione di quelle del laboratorio analisi, per le quali da lunedì 9 marzo saranno erogate esclusivamente su appuntamento, telefonando al numero 0874.312.312 da lunedì al venerdì dalle ore 13.00 alle ore 15.30.

Intanto, il Governatore Toma, ieri, ha fatto sapere come, in merito alla richiesta di informazione pervenuta dal Ministero della Salute, l’Asrem ha provveduto a comunicare il fabbisogno di medici specialisti, infermieri, operatori socio-sanitari derivante dall’emergenza Covid-19 in Molise.

Ci sarebbe necessità di 15 tra anestesisti e medici di rianimazione, 10 virologi, 10 radiologi, 25 per la medicina d’urgenza, 4 esperti per le malattiedell’apparato respiratorio, 10 per quelle dell’apparato cardiocircolatorio, 15 per medicina interna, 50 infermieri e 80 operatori sanitari.

Numeri che fanno emergere tutta la drammaticità in cui versa la sanità molisana, tristemente oggi finite anche agli onori delle cronache nazionali. La Repubblica cita, infatti, il Molise nell’articolo dedicato al cosiddetto ‘Allarme Sud’.

“In Molise, dove la mancanza di medici è un tale disastro che è raro persino riuscire a nascerci, siamo a sette contagiati: quattro in più, da ieri. Per fortuna non ci sono focolai, al Sud, e speriamo tutti che si chiuda la porta in tempo. Ma alcune decisioni drastiche, come chiudere le scuole e le università, paradossalmente nel Mezzogiorno rischiano di accelerare la corsa del coronavirus riportando a casa tanti ragazzi e docenti che studiano e lavorano al Nord”, dice oggi La Repubblica.

E proprio su quest’ultimo aspetto si era concentrato anche il presidente Toma in una delle recenti uscite pubbliche. Aver permesso alle persone di spostarsi da Nord a Sud non ha certo favorito il contenimento del contagio a cui ora si cerca di far fronte, con i dovuti timori. Per il Paese e per un Molise che non fa eccezione.

Redazione

CBlive

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