Carcere di Larino, detenuto marocchino in escandescenza aggredisce gli agenti e dà fuoco alla stanza
La denuncia arriva dal USPP-UGL che racconta l’ultimo episodio di violenza avvenuto nel carcere di Larino da parte di un detenuto che lo scorso fine settimana ha aggredito, verbalmente e fisicamente, gli agenti ed infine ha appiccato un incendio alla stanza
“La Polizia Penitenziaria opera ad alto rischio svantaggio ogni giorno” queste le parole di denuncia dell’ U.S.P.P.-U.G.L. regionale per il Molise – Unione Sindacale Polizia Penitenziaria – che focalizza i problemi delle carceri soprattutto nel sovraffollamento. Nel caso specifico di Larino, per esempio, ci troviamo di fronte ad un istituto che ha una capienza massima di 170 persone e ospita, invece, 222 detenuti. Un surplus, equivalente ad una sola sezione, di ben 62 persone, di cui almeno 30 sono extra comunitari con culture e religioni differenti che facilmente entrano in conflitto tra loro. Così gli episodi di aggressione che gli agenti di Polizia Penitenziaria si trovano ad affrontare, abbandonati alla mercé di se stessi, sono all’ordine del giorno.
Ultimo episodio di violenza è avvenuto lo scorso fine settimana, venerdì 19 aprile, nella casa circondariale di Larino dove l’esiguo numero di agenti presenti nel turno pomeridiano è comunque riuscita a garantire massima sicurezza.
Un detenuto trentenne, H.B., di nazionalità marocchina, tossicodipendente ed ospite presso il carcere di Larino da qualche mese, è andato in escandescenza protraendo la sua aggressività verbale e fisica per ben due giorni.
Il primo episodio di violenza si è verificato con attacchi d’ira contro gli agenti di Polizia contro cui l’uomo ha lanciato oggetti. La Polizia è riuscita ad intervenire portando il detenuto in un’altra stanza e calmandolo. Quando la situazione sembrava essersi tranquillizzata, invece, si è verificato un nuovo episodio di violenza. Il giorno successivo il marocchino ha appiccato un incendio nella sua stanza, generando panico anche tra gli altri detenuti che hanno visto una densa cappa di fumo uscire dalla cella dell’uomo. Immediato l’intervento della Polizia Penitenziaria che è riuscita a sedare le fiamme, nonostante una leggera intossicazione per alcuni agenti, e mettere in salvo lo stesso detenuto marocchino che ha comunque continuato ad aggredire i poliziotti.
L’uomo è stato spostato in un nuovo reparto per essere calmato ma ha continuato ad inveire con insulti e bestemmie rivolti ai partecipanti della messa per la settimana di Pasqua celebrata dal vescovo di Termoli. Alla fine gli agenti sono riusciti a placare la situazione e mettere in sicurezza gli altri detenuti in una situazione che poteva tranquillamente degenerare.
“Quanto rappresentato è uno dei tantissimi e quotidiano episodio con cui il personale di Polizia Penitenziaria, nella fattispecie quello frentano, si trova ad affrontare in un contesto di sovraffollamento” le dichiarazioni della segreteria dell’USPP-UGL: “Il Personale di Polizia Penitenziaria è lasciato solo a difendere l’ordine e disciplina una condizione di evidente e palese inferiorità numerica a causa della fortissima carenza di personale per le scellerate scelte politiche, come per esempio il turn-over e revisioni delle piante organiche a ribasso. Tutto ciò, inoltre, senza strumenti idonei”.
“La Polizia Penitenziaria vive una situazione ad alto rischio di aggressioni trovandosi ad operare in uno svantaggiato rapporto di uno a 60 e più – un agente in ogni sezione – a mani nude e senza alcuna possibilità di intervento a propria difesa. Una amministrazione sorda e latitante a tutti i livelli nonostante gli interventi in tutti modi possibili e a tutti i livelli. Occorre” secondo quanto sostiene la segreteria U.S.P.P.-U.G.L. regionale per il Molise: “riconsiderare le piante organiche del personale per ogni istituto e creare dei funzionali circuiti penitenziari per tipologie di reati ad esempio, per i quali in base all’osservazione della personalità del condannatosi possa porre in essere mirati ed efficaci azioni trattamentali finalizzati ad una proficua rieducazione e successivo reinserimento nel mondo sociale esterno esattamente come recita la costituzione.
Questa O.S. nonché la scrivente rappresentatività, non finirà mai di intervenire in tutte le sedi e nei modi consentiti a difesa dei diritti del personale di Polizia Penitenziaria e per il benessere lavorativo che dovrà essere il più possibile in sicurezza a tutela di tutti” conclude così l’USPP- UGL.
mcgiovannitti