Peculato, sequestro preventivo di beni mobili e immobili per l’ex presidente del Consiglio regionale, Michele Picciano
I Finanzieri del Gico del Nucleo Polizia Tributaria di Campobasso hanno dato esecuzione, oggi giovedì 17 aprile, a un provvedimento di sequestro preventivo emesso dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Campobasso, avente per oggetto beni mobili ed immobili (fino alla concorrenza di circa Euro 270 mila, costituenti il profitto del reato di peculato), nella disponibilità dell’ex presidente del Consiglio regionale, Michele Picciano.
L’attività investigativa iniziata, diretta e coordinata dalla Procura della Repubblica del capoluogo, si inserisce nel noto filone nazionale legato al monitoraggio delle cc.dd. “spese dei Gruppi Consiliari”.
Nel corso delle indagini, in particolare, gli investigatori del Gico di Campobasso hanno passato al setaccio copiosa documentazione utile a verificare la destinazione o meno, nel rispetto degli scopi istituzionalmente previsti, dei menzionati fondi regionali.
Le spese in contestazione a carico dell’indagato, in analogia a quanto accaduto in altre Regioni, spaziano in ambiti più diversi, quali il pagamento di ristoranti, acquisto di cialde per il caffè e coppe per sponsorizzazioni sportive.
Oggetto del provvedimento sono tre immobili, vari appezzamenti di terreno, tutti in Provincia, un’ autovettura e due motocicli.
All’esito dei riscontri operativi ed investigativi eseguiti, 35 consiglieri regionali (a fronte di totali 36) sono stati segnalati all’Autorità Giudiziaria, per le ipotesi di peculato, mentre tre posizioni risultano archiviate. Tutte le altre sono oggetto di approfondimenti investigativi da parte della polizia giudiziaria.
A partire dal luglio 2013, il Pm titolare delle indagini ha interrogato quasi tutti gli indagati contestando loro i dati rilevati dal Gico di Campobasso e, rispetto a costoro, sono attualmente in fase di disamina le memorie difensive prodotte dagli indagati.
L’attività investigativa prosegue in piena sinergia tra la Procura della Repubblica di Campobasso e la polizia giudiziaria.