Tutto ha preso il via dalla denuncia di un docente. Da lì una serie di eventi concatenati hanno portato a scoprire atti di bullismo che avvenivano regolarmente in una scuola del capoluogo.
Da tempo veniva deriso e quegli atti di violenza, dove veniva insulatato e sputato da un suo compagno di 17 anni, erano anche finiti in un video messo in rete.
Gli inquirenti lo hanno inercettato mentre erano intenti a cercare un altro video. Quello che era statao postato e poi cancellato sui social e che ritraeva un alunno della scuola mentre imbrattava una parete della classe con una bomboletta spray. Era stato questo, infatti, il motivo che aveva spinto il docente a sporgere denuncia.
Il video, infatti, pur essendo poi stato cancellato dai ragazzi, è stato ritrovato dagli inquirenti che hanno individuato l’adolescente che aveva commesso il danno. Ed è stato proprio durante quelle indagini che gli agenti della Polizia Postale, coordinati da sostituto procuratore della Procura per i Minorenni, Rossana Venditti, hanno acquisito dalla rete l’altro video in cui il bullo tormentava la sua vittima.
Dopo aver ascoltato le persone informate sui fatti, gli inquirenti sono riusciti a ricostruire come il 17enne del capoluogo torturava il suo compagno di scuola con continui e avvilenti soprusi. Ad esempio, gli nascondeva il cellulare, gli prendeva a calci lo zaino.
In un’occasione lo aveva addirittura afferrato per la gola, mentre in un’altra circostanza gli aveva versava addosso una bottiglietta colma d’acqua.
Il 17enne, così come il 16enne che ha imbrattato i muri dell’aula, sono stati denunciati, rispettivamente per molestie e per danneggiamento aggravato.
La Polizia Postale e delle Comunicazioni fa sapere di monitorare costantemente il fenomeno del cyberbullismo, in particolare sensibilizzando i giovani ad un uso consapevole del web, evitando diffusioni di video od immagini offensive che, oltre a costituire un uso distorto e illecito, espongono il minore a responsabilità penali anche gravi.