Sessantaquattrenne molisano ucciso in Venezuela durante una rapina, la Procura di Campobasso apre un fascicolo
Aveva 64 anni Mercurio Giangiacomo, l’uomo ucciso in Venezuela probabilmente durante una rapina. L’omicidio è avvenuto a Maracay, a circa 120 chilometri da Caracas, l’11 dicembre scorso, ma se ne è avuta notizia solo nelle ultime ore, quando il Ministero degli Esteri ha inviato una comunicazione ai Comuni di Mirabello Sannitico e Toro, paesi dove vivono i familiari della vittima: rispettivamente l’anziana madre e la sorella nel primo, il fratello e una zia di Mercurio nel secondo.
Giangiacomo sarebbe stato ucciso a coltellate da malviventi per sottrargli il telefono cellulare. Il corpo dell’uomo è stato, infatti, trovato in un prato, dove poco più in là è stato rinvenuto un coltello sporco di sangue. Sull’episodio la Procura di Campobasso ha aperto un fascicolo e il procuratore Nicola D’Angelo ha disposto che nella questura del capoluogo vengano ascoltati i familiari dell’uomo.
Il 64enne si era trasferito quando era ancora giovane in Venezuela dove lavorava come carrozziere. Da qualche anno, però, era andato in pensione e solo la scorsa estate era stato in Molise per far visita ai parenti e all’anziana madre. Ora sono gli stessi familiari a chiedere di conoscere la verità sulla morte di Mercurio.
Negli ultimi anni sono stati molti gli italiani rimasti uccisi o coinvolti nei sequestri di persona in Venezuela, tra i paesi più pericolosi al mondo e con un altissimo tasso di criminalità. Basti pensare come, secondo l’Osservatorio Venezuelano sulla Violenza (OVV), un’organizzazione non governativa che monitora il tasso di criminalità nel paese, negli ultimi 15 anni il tasso di omicidi si è quadruplicato, ponendo il Venezuela al terzo posto, dopo El Salvador e Honduras, come paese più violento al mondo.