Emergenza lavoro, la protesta arriva a Palazzo D’Aimmo. Il 29 dicembre in Consiglio la vertenza degli autisti Atm e i problemi dei 1744 lavoratori in mobilità in deroga
I volti e le storie di chi in regione subisce l’emergenza lavoro sulla propria pelle hanno presidiato Palazzo D’Aimmo. Fuori dalla sede del Consiglio regionale sotto fiocchi di neve e temperature in picchiata c’erano i lavoratori dello Zuccherificio di Termoli per i quali, tra pochi mesi, termineranno gli ammortizzatori sociali. Insieme al loro, i lavoratori della Gam di Bojano preoccupati per la vertenza che li coinvolge. Ma in via IV Novembre ci sono stati anche gli ex dipendenti Ittierre, il comitato ‘Uguali’ per la lotta ai diritti dei disabili, i cantonieri della Provincia di Isernia e i precari della sanità. Così come a far sentire la loro voce sono stati anche i lavoratori dell’Atm, l’azienda del trasporto pubblico extraurbano. Questi ultimi, con alcune sigle sindacali, chiedono al governo regionale la rescissione del contratto tra Regione e Azienda, nonostante le rassicurazioni circa le mensilità non pagate dall’azienda nell’ultimo periodo che dovrebbero arrivare tramite Finmolise. Ad aggiungersi a loro anche i recenti licenziamenti dei dieci dipendenti dell’associazione regionale allevatori (Ara Molise).
Ma la seduta del Consiglio regionale per affrontare due di queste numerose emergenze è stata rinviata al prossimo 29 dicembre. Quel giorno l’aula sarà chiamata a discutere della questione relativa ai 1744 lavoratori in mobilità in deroga della vertenza degli autisti dell’Atm.
Proprio sulla mobilità in deroga un appello è stato lanciato dalla Caritas della diocesi di Campobasso – Bojano. Il direttore, don Franco D’Onofrio, in una nota ha espresso, infatti, pieno sostegno alle 1744 persone che rivendicano la mobilità in deroga e che chiedono d’impegnare gli 8 milioni di euro, dedicati alle politiche attive con la delibera di Giunta Regionale numero 638 del 30 dicembre 2016, nonché i 3 milioni di euro residui, ossia la rimanenza dei pagamenti già effettuati, in loro favore per saldare le 7 mensilità 2015 e quelle possibili per il 2016.
Per il momento, però, tutto è stato rimandato a dopo Natale, quando l’emergenza lavoro tornerà a fare i conti con le esigenze di quelle stesse famiglie che quasi certamente non avranno trascorso un sereno 25 dicembre.