Trasporto, De Bernardo alla Seac: “Il taglio del 30% è strutturale. Se l’azienda non è interessata si faccia da parte”
Prosegue la querelle tra la Seac e il Comune di Campobasso. A seguito della comunicazione arrivata da Palazzo San Giorgio del taglio del 30% imposto dalla Regione, l’azienda, che gestisce il servizio di trasporto urbano a Campobasso, aveva fatto sapere di non poter far fronte alla sforbiciata senza una “riorganizzazione interna”. Un’ipotesi questa, però, non contemplata dal Comune di Campobasso, per il quale l’azienda deve garantire il servizio, mantenendo gli stessi livelli occupazionali, pena la rescissione del contratto.
A intervenire sulla questione è così l’assessore al ramo, Francesco de Bernardo, che ha spiegato come la comunicazione fatta alla Seac è semplicemente la conseguenza del taglio effettuato dalla Regione che è diventato strutturale.
Attraverso la nota del dirigente Iacovelli, secondo l’esponente dell’esecutivo, nient’altro è stato fatto che chiedere all’azienda se, in nome dei tagli, fosse ancora disposta a garantire il servizio e mantenere i livelli occupazionali. Nel caso di un diniego, infatti, il Comune potrebbe rivolgersi al mercato e capire se qualche altro gestore possa essere interessato al servizio.
Si tratterebbe di far fronte a una fase di stallo determinata dall’attesa dello sblocco del bando per il trasporto. Una volta pubblicato, l’osservazione di un’azienda ha, infatti, indotto il Comune a sospenderlo e inviare le carte all’Autorità superiore che a breve dovrebbe pronunciarsi. Sulla questione Palazzo San Giorgio si starebbe anche tutelando in altre sedi opportune, come quelle del Tar.
De Bernardo appare, così, colto di sorpresa dalle ultime dichiarazioni dei vertici dell’azienda che in una conferenza stampa avrebbero ipotizzato anche un nuovo interessamento sulla vicenda da parte del Prefetto.
Insomma, il fatto che la Seac gestisca il servizio da cinquant’anni, per De Bernardo, non significa che possa fare il bello e il cattivo tempo, anche perché la priorità è il servizio da garantire ai cittadini e i livelli occupazionali. Nel caso, infatti, in cui qualche altra azienda dovesse un giorno gestire il servizio del trasporto pubblico urbano, i dipendenti passerebbero ad altra società.