“Gli unici a uscirne sconfitti da tutta questa storia e questa battaglia giudiziaria saranno i cittadini”. È questo il senso di quanto affermato dall’amministratore unico della Gpe Group, Massimo D’Onofrio, che dopo mesi rompe il silenzio e interviene sulla questione dell’ex cinema Ariston. D’Onofrio è, infatti, il titolare della società alla quale la famiglia De Benedittis avrebbe dovuto vendere l’imponente immobile, dalla cui demolizione sarebbe nato un complesso residenziale, il tutto prima che da Palazzo San Giorgio la decisione venisse osteggiata e portata all’attenzione della giustizia amministrativa, contemplando l’idea che quella struttura potesse un giorno ospitare la casa delle Culture.
D’Onofrio però questa volta non ci sta e rompe il silenzio, soprattutto alla luce di quanto sarebbe emerso durante l’ultima Assise civica, quando il primo cittadino del capoluogo avrebbe dichiarato apertamente l’impossibilità da parte del Comune di acquistare l’edificio.
È per questo motivo che D’Onofrio sbotta raccontando di come nelle stanze del Municipio “ci siano stati diversi incontri e come la volontà politica emersa era quella di risolvere il contenzioso lasciando via libera al privato, considerando che il Comune di Campobasso – dice D’Onofrio (già evidentemente a conoscenza di quanto divulgato in Consiglio comunale ndr) – non ha né la volontà, né soprattutto fondi per acquistare e ristrutturare quell’edificio”.
Gli incontri di cui parla D’Onofrio, che avrebbero dovuto portare alla risoluzione bonaria del contenzioso, sarebbero stati voluti dalla stessa ditta anche per non perdere un secondo e importante finanziamento bancario di numerosi milioni di euro. Non solo, dato che l’azienda, secondo D’Onofrio, sarebbe stata “pronta a impegnarsi a fornire una progettazione esecutiva a titolo gratuito di un nuovo edificio scolastico in un’area individuata dal Consiglio Comunale”.
Sempre la ditta, oltre a dare lavoro a molisani, risollevando un po’ le sorti di un comparto in sofferenza ormai da anni, si era detta disposta ad arredare anche due spazi culturali della città: l’auditorium del complesso ‘La città nella città’ e quello della scuola Montini.
“Una mano tesa – dice D’Onofrio – che non è servita a far sì che l’amministrazione prendesse una decisione che non andasse a discapito dei cittadini. Ora che il Consiglio comunale – prosegue – ha preso atto dell’impossibilità del Comune di acquistare l’immobile, tutto questo ritardo a discapito di chi andrà?”
“Noi – prende infine atto D’Onofrio – realizzeremo il progetto con anni di ritardo e per motivi e strategie a noi sconosciute a pagare conseguenze salatissime sarà tutta la città di Campobasso”.