I presidi di Polizia dinanzi alle scuole, semmai riapriranno, a Campobasso potrebbero essere armati. Di oltre 29mila euro di fondi nazionali destinati alla sicurezza urbana, il Comune di Campobasso ha deciso, infatti, di impiegarne oltre 14mila per acquistare 15 pistole Berretta.
Appena 1.450 euro dovrebbero essere, invece, destinate alla campagna informativa, mentre altri 13mila euro per il servizio straordinario del personale.
A stabilirlo è la delibera di Giunta numero 81 che mette nero su bianco l’approvazione della proposta progettuale avanzata dalla Polizia locale e con cui si intende aderire al progetto ‘Scuole Sicure’, il quale prevede un finanziamento relativo al Fondo per la sicurezza urbana, adottato con Decreto del Ministero dell’Interno, pari a oltre 29mila euro.
Si tratta di un Fondo le cui risorse, in base a quanto stabilito dal Ministero dell’Interno, potrebbero essere utilizzate per una serie di altre cose. Si va dalle assunzioni a tempo determinato di personale della Polizia locale, all’acquisto e l’installazione di sistemi di videosorveglianza, ma anche la messa in sicurezza di zone o quartieri degradati, così come interventi ritenuti urgenti per la messa in sicurezza d’ufficio degli immobili abbandonati o sgomberati, che rappresentino un pericolo per l’incolumità pubblica.
Ed è proprio pensando al modo in cui le risorse potrebbero essere utilizzate che, l’idea di acquistare pistole viene fortemente contestata dai consiglieri di minoranza del centrosinistra, per i quali l’amministrazione ha perso l’opportunità di investire sulla prevenzione piuttosto che sulla repressione.
Le risorse con cui si pensa di acquistare le armi potevano essere impiegate “per personale specializzato capace di interagire con i ragazzi, coordinandosi con dirigenti scolastici e docenti, molti dei quali già lavorano sulla prevenzione, facendo leva sui rapporti umani, sulle parole, sul sapere”. Questo il pensiero espresso dall’ex sindaco Battista e dai consiglieri Chierchia, Trivisonno e Salvatore.
“La sicurezza e la prevenzione nelle scuole sono legate all’informazione e alla accorta interazione con gli studenti e con un mondo, il loro, complesso e fragile, nel quale non si fa irruzione con le pistole. Ecco perché chiediamo un passo indietro dell’Amministrazione: l’immediata revoca dell’atto o una rimodulazione del progetto; due passi avanti: l’impiego delle somme, oggi nel progetto destinate alle pistole, per interventi degli operatori sociali”, dicono gli esponenti del centrosinistra di Palazzo San Giorgio.