I civici di ‘Campobasso del Futuro’ e ‘Campobasso al centro’ non correranno per le amministrative di maggio. Le oltre 52 persone pronte a metterci la faccia hanno optato per un passo indietro dopo il diktat arrivato direttamente da Roma e che ha imposto la casella del candidato sindaco alla Lega.
Una decisione che, per i civici, non ha tenuto conto di quanto espresso dal territorio, le cui esigenze erano approdate ai tavoli di concertazione che si erano riuniti a partire dal mese di marzo e ai quali i big della politica hanno deciso di fare lo sgambetto.
Tuttavia non tutto è perduto, dato che sia Angelo Santoro che Massimo Trivisonno hanno fatto sapere di voler continuare a lavorare al progetto di un contenitore capace di raccogliere quelle esigenze provenienti dal basso che, di certo mal si sposano con scelte calate dall’alto.
Di seguito la nota a firma di Santoro e Trivisonno.
“Esprimiamo il nostro sincero ringraziamento e la nostra gratitudine per la fiducia ricevuta nel rappresentare il movimento ‘Campobasso del Futuro’ nella competizione elettorale per le Amministrative del 26 maggio 2019. Ringraziamo, altresì, i tantissimi cittadini che si sono messi in gioco, dando alle nostre persone il mandato di rappresentarle al fine di raggiungere un obiettivo comune e condiviso.
Allo stesso tempo, però, alla luce di quanto accaduto negli ultimi giorni, che hanno preceduto la scelta della candidata sindaco del centrodestra, abbiamo riconosciuto che il senso civico non ha prevalso sulle decisioni e sulle strategie politiche. Così, in punta di piedi, come eravamo entrati, usciamo di scena, nonostante le oltre cinquantacinque persone che avevano dato l’adesione al progetto, decidendo di candidarsi con i movimenti civici ‘Campobasso del Futuro’ e ‘Campobasso Al Centro’.
Le due liste avrebbero apportato alla coalizione idee innovative, entusiasmo e, soprattutto, in
prospettiva e potenzialmente, un’ondata di rinnovamento in senso al Consiglio comunale. Un progetto nato con una precisa idea di amministrare la città, che mal si sposa con l’imposizione dettata dall’alto e per la quale noi ‘civici’ non siamo mai stati chiamati a partecipare, nonostante la sintesi dei tavoli del centrodestra, che nel mese di marzo ha visto insieme partiti e movimenti civici, avesse indicato in tre figure quella dell’aspirante primo cittadino. Che senso ha avuto riunire i tavoli per poi decidere altro? I cittadini, che da oltre sei mesi avevano creduto in un progetto civico, dettato dalla voglia di far tornare la politica tra la gente, auspicavano uno scenario differente, rispetto a quello che si sono trovati di fronte, assistendo, per l’ennesima volta, a decisioni assunte negli uffici ai piani alti della politica regionale.