Classe 1986, Giuseppe Gianfagna candidato con il simbolo della Lega come consigliere comunale a Palazzo San Giorgio indica le priorità per la città di Campobasso.
Giovane imprenditore, con in tasca una Laurea in materie economiche, bancarie e assicurative, Gianfagna racconta cosa lo ha spinto a mettersi in gioco.
“Campobasso merita di più. Merita di ritrovare quella dignità che ha perso e recuperare il prestigio che deve contraddistinguere una città capoluogo. Molto spesso noi giovani siamo i primi a lamentarci che le cose non funzionano, ma senza un concreto impegno civile che parta proprio da noi, nulla potrà mai cambiare. Ecco perché ho deciso di metterci la faccia”.
Socio ma anche coordinatore e responsabile vendite del Caseificio Monforte, azienda casearia specializzata nella produzione artigianale di latticini e formaggi, Giuseppe conosce nel dettaglio le numerose difficoltà del comparto produttivo e, con il suo impegno amministrativo, vuole essere proprio al fianco dei liberi professionisti che investono ogni giorno, con il loro lavoro, nel territorio.
“La vera sfida – dice – è quella di creare le precondizioni necessarie per evitare che i giovani vadano via dal Molise. Credo che un amministratore abbia il dovere morale di impegnarsi per favorire gli investimenti imprenditoriali sul territorio. Un territorio dove si investe è un territorio che cresce, che riesce a creare lavoro e, soprattutto, prospettive di futuro per noi giovani”.
Secondo lei, in che modo chi amministra può essere vicino agli esercenti? “È possibile farlo in tanti modi. Sicuramente come prima cosa è necessario ascoltare continuamente le esigenze di tutti. Un ascolto continuo che, però, non deve prescindere dal mettere in pratica una serie di agevolazioni tributarie per le nuove attività commerciali. Bisogna partire proprio dal ‘detassare’ chi sceglie di investire in città e, soprattutto, nel centro storico, ma anche incentivare start-up di nuove imprese ed esercizi commerciali, riducendo la burocrazia e semplificando i regolamenti comunali”.
“Credo, inoltre, – dice ancora Gianfagna – che sia fondamentale importanza fare in modo che il Comune possa essere al fianco di giovani e imprenditori, facendosi portavoce delle loro istanze con gli enti creditizi. Credo che sia un dovere per l’Ente comunale farsi carico del compito di promuovere convenzioni da attivare con le banche, affinché queste ultime possano concedere tassi agevolati alle piccole imprese che vogliono contribuire al benessere della città.
Lei ha parlato di centro storico. La sede della sua attività commerciale si trova proprio in centro città. Come è la situazione in quest’area e cosa andrebbe fatto, secondo lei? “Credo di non esagerare quando dico che, chi oggi ha un’attività in proprio, può essere considerato un eroe. La mia è una piccola azienda di famiglia con una storia anche longeva, ma penso a tanti miei coetanei che scelgono di non andare via e di investire in attività in centro. Penso alle tante difficoltà che devono affrontare e, ogni volta, che una saracinesca si abbassa è un po’ come se si chiudesse per sempre quella porta sul futuro che noi giovani meriteremmo, invece di avere sempre aperta. Il commercio al centro città, negli ultimi anni, ha subito un brusco punto d’arresto. Basta farsi un giro tra le strade del capoluogo per capire come il volto della città sia drasticamente cambiato in peggio. Serrande abbassate, negozi chiusi e commercianti alla canna del gas. Passeggiare in centro città spesso fa male. E fa male perché io un termine di paragone, fortunatamente, ce l’ho. Quando ero bambino questa città era diversa. A incidere negativamente non è stato solo il momento di congiuntura economica, ma anche scelte amministrative che non sono andate in direzione del benessere dei cittadini, dei loro bisogni. Credo ci sia la necessità di ripartire dalle piccole cose. Dal decoro urbano che fa da contorno alle attività commerciali, dallo sgravio delle tasse comunali, dallo snellimento della burocrazia, dalla promozione di eventi culturali. Piccoli gesti in grado di andare nella stessa direzione delle intenzioni di chi sceglie di rimanere. Molto spesso chi resta deve avere più coraggio. Ecco io vorrei che questo principio non fosse più valido. Io vorrei che restare nella mia città fosse più semplice. È questo il mio impegno. La mia promessa più sincera a chi deciderà di sostenermi”.
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