Visita di Papa Francesco a Campobasso: chi sarà il fortunato possessore dei pass?
MASSIMO DALLA TORRE
Mentre si attende il semaforo verde da parte della commissione pontificia se fare sfilare nuovamente gli ingegni del Di Zinno in occasione della visita del Santo Padre, si sta procedendo alla consegna dei pass che, a quanto pare hanno assunto i connotati della cosiddetta “araba fenice”, di cui si sa l’esistenza ma nessuno l’ha mai vista.
Pass che suddivisi per colori: gialli, verdi, rosa, questa è la scala cromatica che li caratterizza, così c’è riferito, sicuramente, secondo il costume all’italiana, anche in quest’ occasione per buona parte non vorremo che finissero nelle mani di “pochissimi fortunati”, proprio come il biglietto d’oro contenuto nelle tavolette di cioccolato del film “la fabbrica di cioccolato”, che permetteva la visita dello stabilimento misterioso di proprietà dell’estroso Willy Wonka.
Pass che in questi giorni sono in distribuzione “cum grano salis”, aggiungiamo noi, alle parrocchie che sono costrette a respingere i numerosi astanti alquanto arrabbiati, ecco il perché del nostro intervento, che non sono riusciti ad accreditarsi sul sito internet giacché non accessibile. Un qualcosa di talmente inconcepibile e inammissibile che, se arrivasse alle orecchie del Santo Padre, per il carattere che ha, non esiterebbe a strigliare gli organizzatori intenti a fare il classico gioco dello scarica barile e non a dare spiegazioni che non hanno alcun nesso logico.
Illogicità che in queste ore di febbrile lavoro e di attesa fa si che l’invito rivolto dall’arcivescovo Bregantini in occasione del Corpus Domini di abbellire la città con fiori e coperte i balconi sia vanificato. Coperte sotto di cui invece sarebbe meglio si nascondesse chi imperterrito prende il naso i fedeli; perché di una vera e propria presa in giro si tratta, che penalizza la comunità e soprattutto il capoluogo di regione che non è assolutamente idoneo ad accogliere eventi di questa portata. Eventi, che la dicono lunga, su come Campobasso e solo Campobasso, perché Isernia dimostra un’elasticità superiore, dell’Università non parliamo perché è un pianeta a parte dove è tutto pronto, deve arrendersi dinanzi ai prodromi di un fallimento ben delineato all’orizzonte che non depone assolutamente a favore della città e dei suoi cittadini. I quali, anche per la scelta del sito dove Francesco incontrerà i fedeli, sono stati testimoni d’indecisione inaudita. Aggettivo “condito” finanche da una lunga e innumerevole serie dichiarazioni alla stampa che, a quanto pare, non è più gradita, leggasi le frasi poco eleganti e di fastidio pronunciate all’indirizzo dei cronisti presenti all’ennesimo volo dell’elicottero bianco sulla città, come se si stesse bivaccando e non documentato lo stato dell’arte. Insomma una sorta di “rabellot” con tanto di punti interrogativi da parte di chi dovrebbe avere le idee chiare che, a quanto pare, di chiaro ha solo le intenzioni di favorire i cosiddetti “amici, degli amici, egli amici” ossia “raccomandati”.
Un “rabellot” che non favorisce assolutamente chi aspetta la visita del Papa non per mettersi in mostra, ma per dare testimonianza di credo null’altro. Una testimonianza che, se le cose dovessero rimanere così, costringerà moltissimi a rimanere in casa, giacché la città sarà chiusa, anzi blindata, perché ancora una volta a trionfare è lo stereotipismo che snaturalizza le parole i gesti che quotidianamente testimoniano la difficile condizione dell’ “uomo” che parla, agisce e soprattutto soffre.