Favorire il consumo di acqua locale, ma soprattutto ridurre i rifiuti di plastica delle bottiglie. È questo l’obiettivo sotteso alla prima ‘Casa dell’Acqua’ che è stata inaugurata questa mattina, martedì 10 ottobre, in via Toscana a Campobasso , nei pressi del supermercato Sisa.
Per l’occasione i cittadini hanno potuto ‘assaggiare’ l’acqua microfiltrata, naturale o frizzate, che da oggi è disponibile a 5 centesimi a litro. A inaugurare la nuova struttura diversi amministratori di Palazzo San Giorgio, tra cui il vice sindaco, Bibiana Chierchia, che ha voluto ricordare come l’iniziativa sia stata realizzata coinvolgendo anche le minoranze di Palazzo San Giorgio, Un pensiero condiviso anche dai civici, Marialaura Cancellario, Alberto Tramontano, Enrico Perretta e Carla Fasolino che hanno voluto evidenziato come l’iniziativa sia nata da una mozione presentata in Consiglio comunale nel 2014 a firma loro e votata all’unanimità dei presenti. “Il ringraziamento – hanno così fatto sapere dalla Coalizione Civica – va a tutti i colleghi consiglieri comunali sia di maggioranza che di opposizione che hanno creduto e appoggiato il progetto, alle strutture di riferimento e a quanti hanno lavorato all’iniziativa”.
Tuttavia, proprio se da un lato le minoranze ne rivendicano la paternità, dall’altro c’è chi non ha gradito l’idea, ma soprattutto come essa sia stata gestita. Si tratta di Confcooperative Molise, i cui rappresentanti, attraverso una nota, chiedono un confronto immediato con l’amministrazione. Pomo della discordia il mancato rispetto dell’accordo siglato nel 2013 tra la Provincia di Campobasso e il Comitato Acqua Pubblica del Molise nel quale, per ribadire il concetto dell’acqua intesa come bene pubblico, per la gestione delle casine di erogazione veniva incoraggiata la costituzione di cooperative sociali di inserimento lavorativo per soggetti ‘non profit’.
“L’amministrazione comunale di Campobasso – fanno sapere intanto da Confcooperative – è venuta meno agli accordi affidandone la gestione a una srl”. Un’affermaizone questa, a cui fa seguito la richiesta di un incontro con la parte chiamata in causa.