Storie di giovani / Marco e quella rotonda dagli occhi blu: a Campobasso un giardino artistico ispirato alla musica rock per riqualificare la città
FABIANA ABBAZIA
Il senso dell’estetica, una laurea in architettura in tasca e la voglia di rendere più accogliente la propria città. È stata la somma di questi elementi a spingere, qualche tempo fa, Marco Rateni a chiedere al Comune di Campobasso di poter ‘adottare’ un’aiuola. Precisamente quella alla rotonda nei pressi di contrada Selvapiana, nelle vicinanze del vivaio di famiglia.
E Marco che attualmente realizza giardini artistici per conto dell’impresa del padre ha deciso di donare un po’ della sua arte anche alla città di Campobasso. Tutti materiali naturali per un disegno in cui, dice, “il bello è rappresentato proprio dal fatto che ognuno vede sempre qualcosa di diverso” .
Al di là di quelle che Umberto Eco avrebbe chiamato “le intenzioni del lettore”, per realizzare la sua opera d’arte nella rotonda nei pressi dello stadio, Marco ha usato la fantasia, ispirandosi anche alla copertina di un disco dei Def Leppard, un gruppo musicale britannico nato alla fine degli anni settanta.
E lì, tra le auto in corsa ha trovato posto un’opera, ‘Little girl’s eyes’ (come la canzone di Lenny Kravitz ndr), a cui, nonostante ciò che ognuno possa vedere, Marco ha dato un significato ben preciso che lui stesso ha descritto, lo scorso 15 giugno, a corredo delle foto dell’opera. “Un nuovo occhio si è aperto nel comune di Campobasso. Le sue sfumature lo assimilano ad uno specchio d’acqua all’interno del contesto verde che lo circonda. Blu come i profondi oceani, azzurro come il cielo di Cotugno, viola delle misteriose galassie. Un occhio come quello di mia madre, che mi sarà sempre vicina in ogni istante della mia vita. Un occhio come quello della splendida Martina, la piccola della famiglia. Un occhio come quello dei due fratelli che tra poco diventeranno papà. Un occhio che mi ricorda una notte da sogno di mezza estate. Street Art e Land Art – conclude Marco – possono fare davvero grande la nostra bella Città, basta anche solo aprire un occhio”.
Per fare spazio a quella nuova prospettiva Marco ha usato solo materiali naturali. “Ho utilizzato – racconta – pietre di diversi colori. Quelle che si trovano nei vivai, ma in realtà ho aggiunto anche una serie di pietre che ho collezionato nel corso degli anni, come una piccola pietra blu presa ai piedi della celebre ‘Casa sulla cascata’ in Pennsylvania o, altre raccolte sulla riva dei laghi in cui sono stato in giro per il mondo”.
“Al centro, – continua a descrivere – per ricreare il nero della pupilla ho messo la terra, che col tempo ospiterà delle piante nere, mentre attorno al lampione si arrampicherà un acero rosso. Inoltre, sulle pietre che delimitano il contorno delle aree blu, ho passato un velo di vernice catarifrangente. Mentre la cosa che più mi piace è che, vista dall’alto, è come se le strisce pedonali attorno alla rotonda, formino le sopracciglia dell’occhio”.
Marco a cui davvero piace che qualcuno, in quell’immagine, ci abbia anche visto “il mondo”, vuole solo che tutti possano leggere un unico messaggio, ovvero la “necessità di riqualificare le aree degradate della città, per donare decoro a un capoluogo che agli inizi del ‘900 era noto per il suoi ampi spazi verdi”. Il tutto ovviamente autofinanziandosi e sperando che anche gli altri possano fare lo stesso o, almeno trovare qualcuno che sposi l’iniziativa e che lo aiuti a realizzare ciò che ha in mente: un piano di valorizzazione capace di coinvolgere altre zone della città.
Intanto, in attesa che ciò possa accadere, Marco che quell’aiuola promette di arricchirla sempre di più, “tempo e soldi permettendo, durante il mese di settembre andrà sul lago di Como a realizzare un giardino, ispirato a ‘Dark side of the Moon’ dei Pink Floyd, per aver vinto un concorso a cui erano chiamate a partecipare le imprese con un disegno dedicato alla luna.
“Quando l’ho saputo, – dice – ho subito pensato alla copertina dei Pink Floyd e ho presentato un progetto con la variazione policromatica con pietre e piante dai colori diversi. Mentre il prisma al centro della copertina è una struttura in legno, il raggio di luce che entra dall’ interno è formato da led che si illumineranno nelle ore notturne”. Con queste parole Marco parla dell’opera d’arte che andrà a realizzare il mese prossimo, dopo essersi classificato al terzo posto del concorso ‘Orticolario’. Un’occasione per scoprire come il tema del verde possa essere contaminato dalla musica rock e sperando soprattutto che ciò possa avvenire in una città come Campobasso, magari proprio sotto quell’occhio attento che lui stesso ha creato.