Storie di giovani molisani. Nino, una laurea e un gioiellino tra le mani: lo storico ‘Bar Camardo’ di Campobasso
MARIA CRISTINA GIOVANNITTI
La storia di una città come quella di Campobasso passa anche per un punto di incontro come lo è la ‘Caffetteria Carriero’ o meglio conosciuta in città come ‘Bar Camardo’, di via Pietrunto.
Un luogo di ritrovo per i tanti campobassani veraci che da anni bevono lì il loro primo ‘caffè della giornata’, un posto che diventa quasi un’alcova familiare per i clienti abituali affezionati al suo barman Giovanni Bruscino, l’uomo dagli estrosi papillon che fanno pendant con la sua esuberanza e la sua cordialità.
Oltre l’identità storica di un bar che è simbolo di Campobasso da quasi 50 anni, nonché primo punto vendita del molisanissimo caffè Camardo, il Bar Carriero è anche la storia di un’attività di dedizione e sacrificio che si tramanda di generazione in generazione ed oggi, in un periodo storico così delicato per i giovani, approda a Nino, giovane 27 enne laureato in Economia Aziendale, con la voglia di far ‘bene’ come suo padre e suo nonno e la consapevolezza che il Bar Camardo è un gioiellino nelle sue mani.
Ci racconti la storia della Caffetteria Carriero – o meglio – del Bar Camardo, così come la conoscono in città? “La Caffetteria di famiglia è nata con precisione 47 anni fa come Bar Camardo, tant’è vero che oggi in città la maggior parte la conosce ancora con questo nome e per noi non può che essere un onore, soprattutto perché siamo il primo punto vendita di questo brand molisano, un marchio di casa nostra. C’è gente che viene nel nostro bar solo per avere il piacere di degustare un ottimo caffè (così ci dicono). La torrefazione Camardo è nata da Bartolomeo Camardo nel 1951 in via Marconi e dopo essersi spostato ad via Isernia, il signor Bartolomeo ha aperto il nostro bar. Oggi la Torrefazione è a Ripalimosani, nella via omonima Camardo a cui hanno intestato la strada. Mio nonno, Nino Carriero, nel 1981 ha comprato il bar su consiglio di Bartolomeo Camardo che è poi è passato a mio padre Gianni”.
Con tuo nonno, il Bar Camardo diventa così la Caffetteria di famiglia… “Il bar è stato ed è una risorsa per la città dove hanno lavorato e si sono alternati i migliori barman – specializzati nella preparazione dei caffè – del territorio. Tra questi ricordo Mario Ciarleglio, Paolo Sangregorio, Eutimio Palumbo ed oggi c’è Giovanni Bruscino che fa questo mestiere da 40 anni ed è conosciuto con affetto dalla maggior parte dei campobassani soprattutto per i suoi papillion e per la sua solarità. Giovanni è una persona che ci aiuta a rendere il bar un posto familiare tanto che solo poco tempo fa alcuni clienti abituali gli hanno conferito un attestato di benemerito. Se oggi sono qui ed ho tra le mani un ‘gioiellino’ è grazie a mio nonno che, emigrato come molti in America a cercare fortuna, è ritornato in Molise ed ha investito tutti i suoi risparmi in questo bar”.
Perché il vostro bar resiste alla crisi? “Io credo perché prima di tutto c’è la garanzia di qualità nei prodotti, consideriamo anche il fatto che vendiamo il caffè Camardo sfuso. A questo aggiungerei il servizio: il personale è gentile e cortese e questo ci permette di affrontare ogni crisi”.
Ed invece tu come arrivi dietro al bancone del Bar Camardo? “In realtà in questo bar ci sono cresciuto. Ci ho lavorato saltuariamente da quando avevo 14 anni ed intanto studiavo. Per un periodo sono stato lontano da qui perché ho studiato all’Aquila, fino a quando la mia casa non è crollata con il terremoto e sono tornato a Campobasso, dove mi sono laureato in Economia aziendale”.
Qual è la tua ambizione? “La mia ambizione è quella di migliorare l’attività di famiglia magari con altri punti vendita. La Caffetteria Carriero per me non è solo una questione di affetto ma anche la consapevolezza che in un periodo così delicato per i miei coetanei, che per la maggior parte non hanno un lavoro, non posso che ritenermi fortunato”.
Hai intenzione di rendere il tuo bar ‘più giovanile’? “Nient’affatto! Il punto di forza di questo posto è proprio la tradizione e lo stile classico che fa emergere la ‘campobassanità’ dei clienti che, tra un caffè e l’altro, si sentono come se fossero a casa propria. La mia speranza è quella di rendere onore al marchio Carriero così come ha fatto mio padre e mio nonno Nino; grazie a loro ho imparato l’importanza del sacrificio e della dedizione al lavoro. Ecco perché oggi sono qui, pronto a servire con un sorriso i nostri clienti”.
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Bellissimo e interessante articolo. I ragazzi del meridione dovrebbero prendere esempio e lavorare per rendere il loro futuro migliore. Grazie a Maria Cristina per aver offerto a noi lettori una bella storia di sacrificio e dedizione.