Sempre più italiani e molisani si affidano alla medicina estetica e alla chirurgia plastica. Il medico Laura Venezia: “Cura dell’immagine e prevenzione vanno di pari passo”
CRISTINA SALVATORE
Sono sempre più gli italiani fanno ricorso alla chirurgia estetica. Questi i risultati pubblicati nel 2016 dalla International Society of Aesthetic Plastic Surgery (ISAPS) del sondaggio condotto nel 2015.
L’Italia è al nono posto per il numero di trattamenti eseguiti. I dati emersi rappresentano la fotografia di una società che testimonia quanto sia cambiato con gli anni il modo di avvicinarsi a questa branca della medicina soprattutto per esigenze non necessariamente legate alla salute, un tempo appannaggio di personaggi più o meno famosi e facoltosi. Ma quando si parla di medicina estetica si tende spesso ad identificarla con la chirurgia plastica: in realtà esiste una differenza sostanziale tra le due discipline e questo aiuta a comprendere il forte aumento d’interesse da parte di donne e uomini appartenenti a diverse fasce d’età e diversi strati sociali.
Anche in Molise si registra una crescita di attenzione verso questo tipo di trattamenti e a parlarne in un’ intervista a CBlive, è Laura Venezia, medico estetico del capoluogo molisano.
Dottoressa Venezia, il ricorso ad interventi di chirurgia plastica è più esigenza funzionale o estetica? “Affiancando il nostro chirurgo plastico, il professor Sergio Brongo (Università Federico II di Napoli) che esegue interventi di chirurgia plastica funzionale, posso dirle che si va dalla rinosettoplastica alla mastoplastica additiva, alla plastica della parete addominale o alla blefaroplastica. È chiaro che la componente funzionale è strettamente legata a quella estetica”.
Ricorrono a questi trattamenti più le donne o gli uomini e a che età? “In generale, questi interventi sono richiesti da uomini e/o donne nella fascia d’età compresa tra i 20 e i 60,65 anni”.
Sono più richiesti gli interventi di chirurgia plastica? “Da qualche tempo la tendenza è molto cambiata. Oggi la medicina estetica, e quindi gli interventi non invasivi, è più richiesta rispetto alla chirurgia. Il medico estetico è un internista, che valuta il paziente a 360 gradi con una visita accurata che va dal check-up cutaneo del viso all’ecografia dell’ipoderma. Oggi non c’è più la semplice esigenza di migliorare l’immagine, quanto piuttosto il desiderio di essere inseriti in un programma di medicina preventiva”.
La sua professione è anche una grande occasione per sensibilizzare i giovani e i meno giovani sull’importanza della prevenzione? “Certo. Al centro dove lavoro organizzo spesso giornate dedicate alla prevenzione (mi interesso di tumore al seno e faccio la terapia del dolore) e alla salute della pelle attraverso metodiche come la fotobiostimolazione con il Led. Questa è la lezione del professor Bartoletti e dell’Ospedale Fatebenefratelli in cui mi sto formando”.
I pazienti hanno piena coscienza di quello che significhi un percorso di prevenzione? “Sì, perché oggi il paziente medio è informato e sa quel che vuole. La pelle è un organo come tutti gli altri e i pazienti più sensibili arrivano in studio quando sono ancora in tempo per cominciare un percorso di prevenzione. Parlare di filler o tossina botulinica sarebbe riduttivo: la medicina estetica è molto di più, è una scienza della prevenzione”.
Quali sono le metodiche più richieste? “Tra le tante, anche i trattamenti corpo come la cavitazione e la radiofrequenza. Trattamenti assolutamente indolori e non invasivi. Soprattutto la cavitazione, che trova indicazione nel trattamento delle adiposità localizzate, è richiesta quasi quanto le tecniche più invasive, come ad esempio la liposuzione”.