Secchi d’acqua e minacce di morte: il Kumi Club di via Porta Mancina abbassa la saracinesca. Dopo un anno “ecco perché chiudiamo, ma è solo un arrivederci”
Era circa un anno fa, il 16 aprile 2016, quando in via Porta Mancina a Campobasso, aveva aperto i battenti il circolo Kumi club, aperto il venerdì e sabato sera e frequentato perlopiù da persone adulte. Nel cuore del centro storico del capoluogo a portare avanti l’iniziativa erano stati Nico Polzella, Fabrizio Graziano e Alessandro Sandonnini. Gli stessi che oggi, 9 maggio 2017, annunciano con dispiacere la chiusura. “Di certo – dicono – non un addio, ma un arrivederci”.
Una decisione questa, che per i gestori è arrivata dopo una serie di iniziative da parte dei residenti della zona. Prima una raccolta firme, poi alcune denunce e perfino delle minacce. “Abbiamo deciso di chiudere perché la situazione era insostenibile. Siamo persone perbene e non vogliamo avere problemi con nessuno, né con le istituzioni, né con le forze dell’ordine. Però, è giusto raccontare che abbiamo anche subito minacce di morte per le quali abbiamo sporto regolare denuncia”, racconta Polzella, mentre mantiene un certo riserbo sui progetti futuri, nei quali sicuramente il club troverà una collocazione lontano dalle mura storiche del capoluogo.
“Voglio ribadire – prosegue – che abbiamo scelto noi di chiudere e non certo ci hanno fatto chiudere. La decisione è stata maturata perché pensiamo che sia giusto e doveroso per tutti coloro che frequentano il locale, che il fine settimana vogliono trascorrere una serata in tranquillità e, invece, si ritrovavano a vivere spiacevoli episodi”. “Pensi – continua – che una sera ad alcune persone che si erano intrattenute fuori è arrivata addirittura una secchiata d’acqua in testa”. Il maggior fastidio per i residenti della zona era, infatti, rappresentato “non tanto dalla musica, quanto dagli schiamazzi di chi sostava dinanzi al locale, anche dopo la chiusura delle due”.
“Durante le serate poi – racconta ancora Polzella – eravamo subissati da controlli delle forze dell’ordine, allertate sia dai residenti della zona, sia dai gestori di altri locali del centro, probabilmente infastiditi dalle numerose pesone che frequentavano il Kumi. Così, nonostante non ci sia mai stata riscontrata alcuna irregolarità, abbiamo deciso di chiudere per portare altrove la nostra musica e la nostra voglia di divertici”.
Seppure Polzella non ha voglia di parlare di una sconfitta, dalle parole e dai sospiri, lascia trasparire come l’amaro in bocca ci sia e, quella sensazione così acida, sia così dura da mandare giù, soprattutto a paragone di altre città, “dove la realtà è ben diversa”.
fab.abb.