Giornata conclusiva all’Istituto Tecnico per il Settore Tecnologico Guglielmo Marconi di Campobasso per il progetto “Oltre le barriere del disagio”, promosso dall’Assessorato alla Cultura e Pari Opportunità del Comune di Campobasso e portato avanti dall’associazione Liberaluna Onlus che prese il via oltre un anno fa nella medesima scuola del capoluogo. L’iniziativa finalizzata alla tutela dei minori in condizioni di disagio ha avuto il plauso di ascoltare le nuove generazioni usando i loro linguaggi che, inevitabilmente passano per l’uso delle nuove tecnologie.
“Il progetto – ha spiegato la presidente di Liberaluna Onlus, Maria Grazia La Selva – è nato dalla volontà della scuola di poter dar voce agli studenti. In questo anno, abbiamo attivato uno sportello e realizzato laboratori creativi in cui i ragazzi hanno avuto modo di esprimersi e riflettere su una serie di tematiche come il disagio giovanile, il rapporto con l’altro, ma anche sui nuovi strumenti della comunicazione digitale”. Il progetto ha, infatti, previsto anche la creazione di un apposito blog, denominato ‘L’Omino dei sogni’, gestito dai professionisti dell’associazione e pensato come spazio in cui i giovani si sentano del tutto liberi di esprimersi.
“Abbiamo voluto fornire agli studenti – ha detto ancora La Selva – una serie di strumenti fondamentali per sensibilizzarli sul tema della violenza in tutte le sue forme, a partire dal bullismo fino ad arrivare alla violenza contro le donne”.
La numero uno di Liberaluna Onlus ha poi colto l’occasione per ringraziare l’ex assessore alla Cultura e alle Pari Opportunità di Palazzo San Giorgio, Emma de Capoa, per aver reso possibile una simile esperienza formativa che, ha coinvolto non solo i numerosi studenti dell’Istituto, ma reso partecipi anche le loro famiglie e il corpo docente.
Presente alla giornata conclusiva del progetto anche l’assessore regionale al Welfare, Luigi Mazzuto, il quale alla presenza dei ragazzi e delle ragazze della scuola ha voluto evidenziare i rischi del web in cui può incorrere chi non ne fa un uso consapevole.