Mogli, mamme e motocicliste: in sella alle due ruote per sconfiggere stereotipi e pregiudizi
Alla vigilia del motoincontro di Bosco Faiete, la presidente delle 'Lady Biker Molise and Friends' ripercorre la storia dell’associazione con una 'quota azzurra' nel direttivo
Mogli e mamme unite dalla passione per le due ruote, ma anche dalla voglia di andare oltre i pregiudizi e gli stereotipi. È così che sono nate le Lady Bikers nella ventesima regione d’Italia. Dall’otto marzo divenute, però, ‘Lady Biker Molise and Friends’.
“Quando abbiamo deciso di riunirci in associazione – spiega la presidente, Maja Cholewinska – abbiamo pensato che non fosse giusto definirci esclusivamente attraverso il genere. Il nostro è un gruppo aperto a tutti coloro che hanno la passione delle due ruote, ai bambini e a chiunque voglia partecipare alle nostre iniziative. Per questo motivo, abbiamo allargato ricomprendendo nella dicitura gli amici”.
Insomma, nessuna restrizione per una realtà associativa che, all’interno del proprio direttivo, ha scelto anche di inserire una vera e propria ‘quota azzurra’ (il vicepresidente Fabio Denaro ndr) e che oggi richiama tutti gli appassionati, per il secondo anno consecutivo, al motoincontro che si terrà il 6 e il 7 luglio a Bosco Faiete.
Una due giorni non solo all’insegna del rombo dei motori, ma anche di musica, spettacoli, visite guidate e tanto altro. Si tratta di un appuntamento che ha in sé anche il suo fine sociale: contrastare la violenza sulle donne. “Se mai abbasserò la testa, sarà solo per ammirare le mie scarpe” è, infatti, lo slogan scelto per la manifestazione.
Un gruppo di donne al fianco delle altre donne, che va oltre la rivalità femminile per condividere problemi comuni di chi deve dividersi tra gli impegni familiari e la passione delle due ruote. Forse è così che andrebbero definite le Lady Biker molisane che, oggi, contano già 50 associati.
“Chi ha famiglia molto spesso non riesce a girare troppo con la moto, soprattutto chi, magari, non ha un compagno comprensibile o disposto a ruoli interscambiabili. Però, con questo gruppo, in molte sono state le donne che hanno anche trovato il coraggio di riuscire a prendersi i propri spazi o, addirittura, acquistare quella moto che tanto desideravano”, racconta Maja che ha imparato ad andare in sella alle due ruote proprio con la moto del marito.
“Ho iniziato quasi per gioco, quando mio figlio era diventato un pò più grande e autonomo. Sono andata in garage e sono salita sulla moto di mio marito. Ho pensato: magari imparo e ne copro una per me”. Ed è andata proprio così.
Poco importa se all’inizio Maja su quella moto si sentiva un po’ impedita e, poco importa pure se ha imparato quasi alla stregua dei bambini che vanno in bicicletta. “Le prime volte uscivo dal garage e facevo avanti e indietro”, dice ridendo ora che ha acquistito quella sicurezza che la porta a girare l’Italia in sella alle due ruote.
Quando con la pratica iniziarono anche i primi giri, però Maja si accorse da subito che nei gruppi dei motociclisti le donne erano sempre troppo poche e, ogni tanto, non mancava nemmeno qualche sgradevole battutina.
“C’è una concezione sbagliata soprattutto in piccole realtà di provincia come la nostra. Quando vedono capelli lunghi uscire da sotto al casco, c’è anche qualcuno che è convinto di come le donne frequentino certi ambienti per…come si dice qui…’acchiappare’. È semplicemente assurdo. Si parla tanto di parità, di quote rosa, ma di fatto, nella vita di tutti i giorni, la donna viene sempre vista in modo differente dall’uomo”, spiega la presidente dell’associazione, che aggiunge: “anche per questo abbiamo deciso di costituirci in un gruppo e lavorare su più fronti”.
Non solo la lotta agli stereotipi, ma anche un vero e proprio investimento nella formazione sportiva dei più piccoli, grazie all’apertura della pista ‘Happy Cross’ alla zona industriale di Campobasso.
Poter praticare la propria passione in sicurezza e con la dovuta prudenza è, infatti, il primo concetto che deve essere veicolato alle nuove generazioni, attraverso l’impegno di chi oggi opera per sconfiggere i pregiudizi e che, ha trovato già una serie di sostenitori pronti a sposare la causa.
“Se oggi possiamo riproporre il motoincontro lo dobbiamo agli sponsor che hanno creduto in noi e che voglio ringraziare pubblicamente. Così come ringrazio i componenti del direttivo, tutti gli associati e quanti vorranno tesserarsi con noi”, ha concluso la presidente delle Lady Bikers.
pierp.gabr