La cantante molisana Antonella Pelilli, definita da Mogol in un concorso in Toscana “rivelazione della manifestazione” e reduce dall’esibizione all’Expo, pronta a portare a Campobasso la cultura arbëreshe. Le rose di Arben in concerto al ‘PalaEventi’
Il PalaEventi di Piazza della Vittoria, a Campobasso, domani, domenica 20 dicembre 2015, entrerà nel fascinoso mondo arbëreshe, sfogliando i petali musicali delle Rose di Arben, attraverso due personalità di spicco di questa cultura: Antonella Pelilli (esibitasi anche all’Expo di Milano) e Fernanda Pugliese. Il tutto accompagnato da Max Fuschetto che, inebriato dalla scia di questi petali musicali e dagli echi passati, ha scoperto nella voce poetica della Pelilli una fonte ispiratrice per composizioni originali che enfatizzano il romanticismo dei contenuti testuali.
Il progetto Le rose di Arben è un tentativo di lavoro sull’originale mondo della cultura popolare e in particolare quella arbëreshe, con la costruzione di un arabesco sonoro che parte dalla tradizione e arriva ai suoni della musica contemporanea. Il mondo arbëreshe si riferisce a quelle popolazioni di matrice albanese che alla fine del Medioevo, partendo dal principato di Arben, si insediarono a macchia di leopardo nelle regioni del Sud dell’Italia e lungo la costa adriatica.
Il concerto è inserito nel cartellone natalizio dell’amministrazione comunale di Campobasso, promosso dall’assessorato alla Cultura.
Antonella Pelilli, voce del gruppo, interprete, autrice e rappresentante della cultura arbëreshe di Montecilfone è stata definita “tra le più giovani e talentuose espressioni di quelle voci che racchiudono, in originali modalità di canto apprese sin dall’infanzia, universi irripetibili”.
Sin dalla tenera età si dedica alla ricerca di canti antichi della tradizione, prima col gruppo La Kamastra, in seguito con l’associazione Manusaqja (di cui è presidente) in collaborazione con i Qifti di Portocannone fino al 2006. Con questi ultimi vanta diverse partecipazioni a festival importanti e premi prestigiosi, uno su tutti il I° posto al Premio Lunezia in Toscana (Aulla, luglio 2001), dove Mogol, presidente di giuria, la presenta come la “rivelazione della manifestazione”.
Partecipa, come rappresentante della propria regione, al Columbus day (New York, ottobre 2004). Oggi Antonella Pelilli si avvale della collaborazione del musicista – compositore Max Fuschetto, con il quale ha inciso due dischi.
Max Fuschetto, compositore beneventano attento alle possibilità di innovazione contenute nell’accostamento di modalità musicali tra loro distanti, elabora costruzioni sonore in cui i timbri, le tessiture ritmiche e i contrappunti tra voce e strumenti diventano un luogo musicale nel quale i canti della tradizione trovano elementi per nuove metamorfosi affiancandosi a brani di nuova composizione.
La collaborazione tra i due nasce nel 2007, prima col l’incisione di un disco Popular games del compositore, poi con la partecipazione live a diverse manifestazioni (Ethnoi 2012 Festival delle minoranze culturale ed etnolinguistiche, Mistiche armonie Madonna dell’Arco-Na, Mater Mediterranea Napoli, dicembre 2014,Chiesa della Pietrasanta, con la partecipazione di Enzo Amato, Irno Festival, expo Milano 2015 ed altri). Nel nuovo lavoro discografico Sun na, che vanta la collaborazione del cantautore Andrea Chimenti, Antonella Pelilli e Max Fuschetto trovano un luogo d’eccellente sperimentazione che sta già ottenendo critiche importanti di esperti nel campo, oltre che un riscontro positivo di pubblico.
L’organico di base prevede Antonella Pelilli (vocalist) e Max Fuschetto (sax, oboe, tastiere ed elettronica), accompagnati dall’ensemble I Musicisti di Arben: Pasquale Capobianco alla chitarra, Valerio Mola al contrabbasso,Pasquale Rummo alle percussioni e batteria.
Durante la rassegna musicale il pubblico potrà assaporare il gusto della lingua tradizionale ed entrare a far parte di questo seducente mondo antico e moderno attraverso la lettura dei testi dei brani e di pagine scritte dalla Pugliese attraverso la voce suggestiva di Elisa Amoruso.
Il progetto “Le rose di Arben” ha già mostrato la curiosità, l’interesse di un pubblico ascoltatore che non ha la stessa origine ma vive nella stessa regione, nella rassegna presentata nell’ estate 2015.
L’ennesimo esperimento riuscito che rivela la ricchezza di un territorio semisconosciuto, che desidera uscire dai suoi stessi confini.