Per la scuola ‘Salvo D’Acquisto’ di via Kennedy si riaccende la speranza di tornare un domani a essere nuovamente abitata dagli studenti. Proprio ieri, martedì 21 aprile, la Giunta comunale di Campobasso, guidata dal sindaco Antonio Battista, ha approvato la delibera relativa al progetto preliminare di adeguamento sismico dell’edificio, affinché tali lavori possano essere presi in considerazione dal Piano regionale triennale e dai piani di edilizia scolastica per il Molise, stilati dall’ente di via Genova.
Un’aspettativa, quella di rivedere i cancelli della scuola aperti, che sono più che altro i titolari degli esercizi commerciali della zona a nutrire, dopo che con la chiusura dell’edificio (avvenuta successivamente al sisma che nel 2009 colpì L’Aquila nda) hanno visto la zona spopolarsi e i propri guadagni calare drasticamente.
La ‘Salvo D’Aquisto’ fu chiusa attraverso un provvedimento firmato dall’ex primo cittadino Di Bartolomeo, per una inadeguata resistenza sismica. Il caso all’epoca dei fatti fece discutere molto la politica locale, in modo particolare a schierarsi a difesa della scuola di via Kennedy fu l’allora movimento di Costruire Democrazia, i cui esponenti di Palazzo San Giorgio, Durante e Coralbo, ne fecero un leitmotiv, non nascondendo la loro preoccupazione su come il terreno dove sorgeva l’edificio sarebbe potuto divenire appetibile per imprenditori senza scrupoli. Un’ipotesi, quella che qualche impresario avesse a cuore l’area per costruire palazzi in una zona residenziale della città, di cui all’epoca furono in molti cittadini a convincersi.
Affinché l’allora sindaco, Gino Di Bartolomeo, non dimenticasse l’importanza delle scuole di quartiere i rappresentanti di Costruire Democrazia si fecero anche promotori di una raccolta firme alla quale aderirono proprio i residenti della zona, scesi in campo per la causa.
L’edificio di via Kennedy, però, per essere riaperto in sicurezza avrebbe necessitato di fondi che il Comune non possedeva. Così la scuola è rimasta chiusae di recente l’entrata è stata anche presa di mira dai vandali della città, armati di bombolette spray.
Oggi, l’idea che per rimettere in sesto la struttura ci volessero numerosi soldi e sulla quale all’epoca molti invece furono scettici, trova in realtà consistenza nella relazione tecnica del progetto preliminare a corredo della delibera di Giunta approvata ieri. L’importo complessivo dei lavori ammonta, infatti, a ben 1 milione 400mila euro, di cui al momento solo 410mila euro risultano essere a disposizione dell’amministrazione.
Il calcolo sommario della spesa contenuto nella relazione tecnica è stato elaborato alla luce dei dati posseduti al momento e quindi, così come si evidenzia nella medesimo resoconto, l’intervento progettuale qualora dovesse mai vedere la luce dovrà partire proprio dai “rilievi aggiornati dell’edificio”, con i quali si andrà a confrontare “la posizione reale della maglia strutturale con quella indicata negli elaborati disponibili” attualmente.
L’idea progettuale alla base della relazione è quella di adeguare la struttura, disposta su tre livelli e realizzata negli anni ’60, con una serie di interventi capaci di ridurre le azioni sismiche. Dall’esame attuale, infatti, i pilastri presentano una “scarsa resistenza strutturale”. Ecco perché nel progetto uno dei possibili interventi attuabili si configura con quello che viene definito “isolamento alla base”.
Sempre nella relazione è possibile poi leggere come “ulteriori considerazioni hanno portato a studiare la possibilità di realizzare l’isolamento a partire dalla sommità dei pilastri del piano seminterrato”. Un isolamento questo, necessario ma che comunque “non sarà sufficiente a ridurre la deformità della struttura” per la quale sono stati presi in considerazione altre azioni tecniche, come la dotazione di “controventi dissipativi in acciaio da inserire nella campate tra i pilastri”. Il progetto preliminare prevede, inoltre, anche il rinforzo dei solai che potrebbe avvenire attraverso la “realizzazione di nuove nervature e il rinforzo delle esistenti con fibre in carbonio”. Ma non è tutto, dato che nel prospetto oltre all’adeguamento sismico è previsto anche quello relativo alle normative antincendio e il superamento della barriere architettoniche. Il primo per un importo di 210mila euro, il secondo, che prevede all’esterno dell’edificio la costruzione di rampe e all’interno un ascensore per collegare i tre livelli della struttura, una somma pari a 170mila euro.
Un progetto preliminare e sommario questo che, però, nel caso riuscisse a ottenere i finanziamenti, potrebbe forse subire modifiche alla luce di nuove indagini, ma che al momento sembra restituire una speranza ai residenti del quartiere. Cittadini del capoluogo che, privati di una scuola, si sono sentiti defraudati anche delle speranze nel futuro, che le nuove generazioni sono in grado di incarnare agli occhi di chi è più in là con gli anni.
fab.ab.