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Folla commossa per l’ultimo tributo al Maestro Domenico Fratianni. Il figlio Gerardo: “Ha salutato tutti con un colpo di teatro”

GIUSEPPE FORMATO

Una gran folla ha riservato l’ultimo saluto all’artista Domenico Fratianni, eclettico pittore e incisore, scomparso a Matera, Capitale Europea della Cultura 2019, durante la sua antologica ‘Le voci di dentro’.

Un malore durante il vernissage della kermesse pittorica, il ricovero in terra lucana, laddove riposa il pittore e politico Carlo Levi (nel cimitero di Aliano, ndr), come ricordò lo stesso Fratianni in occasione della presentazione della mostra materana.

Levi, insieme al costituzionalista Umberto Terraccini, andò a trovare il Maestro molisano a Nuoro in occasione della sua prima mostra di disegni. Un aneddoto che Fratianni amava raccontare e ricordare.

Quindici giorni di ricovero prima di salutare come solo i grandi sanno fare. Morire in un luogo storico, simbolo della Cultura Europea e, come ha sottolineato il figlio Gerardo, durante i funerali, con un ‘coupe de theatre’, un colpo di teatro, proprio di chi è destinato a lasciare un ricordo indelebile. E sarà impossibile dimenticare Domenico Fratianni: le sue opere continueranno a parlare per lui. Ma anche perché non c’era evento di qualsiasi genere, sportivo, sociale, culturale, in cui l’artista molisano non fosse presente, sempre col sorriso sulle labbra.

Commoventi i ricordi della figlia Annalisa e dell’amico Gennaro Ventresca. Entrambi hanno ricordato la figura di una persona che sarà difficile, se non impossibile, non immaginare lungo il corso del capoluogo molisano, ma soprattutto agli eventi di cui egli era sempre il protagonista.

Fratianni ha portato, attraverso l’arte, Campobasso e il Molise in tutto il mondo. E ciò che potranno fare la città e la regione, attraverso le proprie istituzioni sul territorio, sarà quello di dedicare al Maestro la Biennale dell’Incisione Italiana Contemporanea ‘Città di Campobasso’, ideata dallo stesso Fratianni, direttore artistico della kermesse, che si è fregiata negli anni dell’Alto Patronato della Presidenza della Repubblica.

Un evento per il quale Fratianni si stava battendo per la sua istituzionalizzazione, perché amava ripetere: “La Biennale dovrà continuare a vivere anche dopo di me”. Una istituzionalizzazione per la quale negli ultimi anni aveva dedicato gran parte delle proprie forze. Ma si sa. La politica non segue i tempi di chi, per la città, per la propria terra, è disposto a tutto. Nonostante tutto.

La tenacia e la passione per l’arte e la cultura di Domenico Fratianni mancheranno al Molise, come solo i grandi possono mancare alla propria terra e a coloro che hanno avuto la fortuna e l’onore di poterne condividere i momenti più belli.

Redazione

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