Corpus Domini, alle bancarelle i campobassani non rinunciano a “tirare sul prezzo”, ma gli ambulanti si lamentano per i costi sostenuti. Gli abusivi invece “fuggono”ai controlli
FABIANA ABBAZIA
Colori, suoni, odori. Tra le strade di Campobasso da giovedì pomeriggio si respira un’aria di festa e l’attesa per la processione dei Misteri della domenica di Corpus Domini avviene nel frastuono delle bancarelle. Una tradizione, un must che la maggior parte dei campobassani, così come i residenti dei paesi limitrofi, non si fanno mancare. E chi più, chi meno, gironzolando tra la fiera ha un obiettivo preciso: fare l’affare. Come? Ovviamente “tirando sul prezzo”. Contrattare è forse il verbo più usato in questi giorni tra le vie del capoluogo.
La tattica attuata da molti è ben precisa. Dopo aver chiesto il valore di un oggetto bisogna meravigliarsi, fingendo di andar via senza acquistare. Allora il venditore, spesso e volentieri più furbo dell’acquirente che aveva alzato il costo ben consapevole di dover scendere a compromessi, sarà disposto a far fronte alle esigenze dei clienti.
“Tirare sul prezzo” in realtà per molti campobassani, a differenza di quanto può sembrare, ha una valenza sociologica importante. Il bello è lo scambio che avviene nel mentre, che è sempre un’interazione culturale. E’ nella maggior parte dei casi l’acquirente a lanciare l’amo, chiedendo il paese di provenienza, oppure indagando sulle abitudini, sulle tradizioni di chi è dall’altro lato della bancarella.
Uno scambio dialogico o solo una “captatio benevolentiae” non importa poi molto, perché quello che succede in quel preciso momento ha in fondo qualcosa di magico per i campobassani, soprattutto per i più giovani che solo per una volta l’anno vedono la loro città riempirsi di suoni, colori e profumi provenienti da lontano.
Dalla magia e dal divertimento al rovescio della medaglia, dato che più di qualcuno a caccia dell’affare può essere interrotto dai Vigili urbani o dagli uomini della Polizia intenti a effettuare i controlli. In modo particolare è Via Elena la zona tenuta maggiormente sott’occhio. E proprio lì ieri sera a un tratto alcune divise hanno provocato un fuggi fuggi generale. Molti erano, infatti, gli abusivi che vendevano i loro prodotti a terra e nel caso di controlli erano pronti a darsela a gambe levate richiudendo tutto in un telo.
Ovviamente c’è stato anche chi non ha rinunciato al tradizionale banchetto dove poggiare collane e orecchini, ma all’occorrenza era pronto a nasconderlo all’angolo di via Gazzani, dietro il camper di uno dei tanti “paninari”. La ragazza senegalese, proveniente da Roma a chi stava acquistando chiedeva di seguirla proprio nel punto in cui aveva poggiato la merce. Abituata e per nulla sorpresa dei controlli con un’alzata di spalle ha detto ai clienti intenti a fare acquisti: “è così ogni anno”.
Tuttavia proprio come le altre volte non si sono fatte certo attendere tra gli ambulanti le lamentele per i costi sostenuti. Circa 300 euro per tre metri di spazio. Eccessivi secondo più di qualcuno che cerca di acquistare centimetri di terra, allargandosi con la propria merce a dispetto del posto assegnatogli.
La furbata però non passa, prontamente arrivano i Vigili e lo spazio torna a essere esattamente quello che il Comune ha concesso. Soprattutto questa mattina sono stati tanti gli episodi simili in via Elena dove gli uomini della Municipale sono stati intenti a monitorare i permessi di pedaggio.
Ma tra gioia, colori, scambi culturali e qualche scaramuccia con le forze dell’ordine i campobassani si avviano a trascorrere un’altra serata tra le bancarelle, anche se l’emozione più grande la conservano sempre per il rituale“uno, due, tre scannett allert”.