Dopo il crollo del tetto dell’ex capannone Enel, Campobasso dice addio a quel vecchio fabbricato su cui da tempo c’era un contenzioso giudiziario tra i proprietari e la sovrintendenza che di fatto ne aveva impedito il recupero.
Almeno fino a quando, nel primo pomeriggio dello scorso 26 gennaio la copertura dell’edificio ha ceduto sgretolandosi in mille pezzi, senza fortunatamente fare vittime.
Il tetto della struttura, edificata negli anni trenta, è infatti venuta giù prima del 7 febbraio, la data in cui il Consiglio di Stato avrebbe potuto mettere un punto all’annosa questione.
Non c’è stato modo di aspettare l’esito della decisione dei giudici. Il crollo ha accelerato i tempi di una burocrazia che troppo spesso non fa i conti con la realtà. E così, dopo l’ordinanza di abbattimento emanata solo ieri dal sindaco Battista, le ruspe nella tarda mattinata di oggi, 1° febbraio, hanno iniziato a fare il proprio dovere.
Quasi un sollievo per i molti negozianti di via Gazzani rimasti praticamente isolati dopo il crollo che ha scosso la città.
Il 7 febbraio, tuttavia, i giudici si pronunceranno sulla questione che ha contrapposto la ditta Di Biase con la sovrintendenza, che sul quel capannone aveva posto il vincolo storico. Una giornata, quella del prossimo giovedì, che potrebbe riscrivere, almeno in parte, una vicenda nella quale solo per un puro caso nessuno è rimasto coinvolto.
f.a