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Amianto killer in contrada Cacciapesci: tra paura e preoccupazione. I residenti tornano a lanciare l’allarme

Poco distante ci sono dei campi coltivati e il rischio che l’amianto, presente nelle coperture divelte dei capannoni, arrivi in tavola insieme ai prodotti dell’orto non è di certo un’idea campata in aria. Questa volta, ci hanno pensato direttamente i residenti della zona a far tornare d’attualità la questione eternit in contrada Cacciapesci.

A due passi dal popoloso quartiere Cep, poco più in là dell’uscita per la tangenziale est di Campobasso, la bonifica di un sito pericoloso per la salute non è mai avvenuta.

L’immobile di proprietà di un privato, un tempo utilizzato per allevare gli animali, continua a rappresentare un rischio per la salute, finito nuovamente all’attenzione dell’Assise civica di Palazzo San Giorgio lo scorso mese di settembre 2018, con un’interpellanza del consigliere Cretella.

Si tratta, infatti, di un pericolo che fa paura soprattutto agli abitanti della zona, i quali si dicono esasperati da un problema che non sembra trovare soluzione e che viene ora riportato all’attenzione da alcuni cittadini come l’avvocato Guido Rossi. L’appello è ovviamente alle autorità competenti che il problema lo conoscono da tempo, così come agli stessi proprietari dell’immobile.

L’ultima relazione tecnica dell’Arpa Molise che “attestava un rischio di misura ridotta per la salute in quanto i pannelli si presentavano compatti”, disponeva un intervento di bonifica, avvenuto successivamente solo in parte.

Con il passare del tempo, però, la situazione sembra essere peggiorata. Il materiale, esposto alle intemperie, ha continuato infatti a deteriorarsi e a disperdersi sul suolo circostante.

La stessa amministrazione comunale, interessata dalla problematica più volte, l’8 febbraio 2018, emanò l’ordinanza con la quale disponeva la rimozione dei manufatti in amianto. Due mesi dopo, i proprietari dell’immobile portarono a conoscenza il Comune della loro volontà di provvedere allo smaltimento, per il quale avevano chiesto anche preventivi a ditte specializzate.

A seguito di tale comunicazione, il primo giugno 2018, l’Ufficio Ambiente di Palazzo San Giorgio chiese ai proprietari di presentare il cosiddetto piano di lavoro, mai arrivato nelle stanze di Palazzo San Giorgio. Motivo questo per il quale, lo scorso 9 agosto la Guardia di Finanza ha effettuato il sequestro preventivo dell’area, sulla quale ancora oggi non è stato compiuto nessuno intervento.

Ora che gli stessi proprietari sembrerebbero non riuscire a sostenere i costi di smaltimento cosa accadrà? È proprio per non avere avuto una risposta a questa domanda che i residenti della zona tornano a lanciare l’allarme.

Lo stesso presidente del comitato di quartiere, Maurizio Luzzi, interpellato da Rossi ha fatto sapere di auspicare la “bonifica del sito da parte dei privati, unitamente con gli enti ed organi interessati”.

Ma accadrà davvero?

Redazione

CBlive

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