Al cimitero di Santo Stefano non ci sono più posti, Di Cristofaro denuncia: “Mancanza di loculi e degrado della frazione. Non siamo cittadini di serie B”
“Non ci sono più posti al cimitero della Frazione di Santo Stefano e, dunque, in caso di decesso gli abitanti della località in territorio di Campobasso sono costretti a ‘emigrare’ in un altro cimitero”. A denunciare, per l’ennesima volta, la mancanza di loculi è il Comitato Frazione Santo Stefano, presieduto da Maurizio Di Cristofaro.
“Con largo anticipo e da oltre due anni – le affermazioni di Maurizio Di Cristofaro – i cittadini della frazione sollecitano l’amministrazione comunale di Campobasso, affinché si adoperi ad affrontare il problema della carenza dei loculi per non arrivare allo stato attuale, cioè “disponibilità zero”. Non spetta certo ai cittadini ricordare all’amministrazione quali sono i suoi compiti. Un’amministrazione attenta alla cosa pubblica non aspetta di arrivare agli sgoccioli su qualunque questione, interviene prontamente negli interessi della comunità e non in base all’opportunismo delle correnti politiche di turno”.
“Come mai l’amministrazione, più volte sollecitata, pur avendo a disposizione aree all’interno delle mura cimiteriali, con circa 300 metri quadri di terreno utilizzabili per edificare 150 nuovi loculi che potrebbero soddisfare le esigenze della frazione per il prossimo ventennio, con la certezza del rientro del capitale investito, non si adopera in tal senso?”, è quanto si chiede il Comitato Frazione Santo Stefano.
“Ad avvalorare tale immobilismo, l’amministrazione – prosegue Maurizio Di Cristofaro – non ha prodotto alcun atto amministrativo che lasci intendere ad un possibile e futuro interessamento della stessa affinché possa intervenire in merito alla questione. È immobilismo, finto immobilismo, lassismo, cosa si cela dietro tutto questo? A questo punto i residenti della frazione si chiedono: cosa farà il Comune per i propri cittadini, ha intenzione di “smantellare” la frazione e di relegarla a luogo di serie “B”, quindi invivibile?”.
“Basta farsi un giro per le strade della frazione – prosegue il Comitato Frazione Santo Stefano – e toccare con mano il degrado e l’abbandono che ormai da qualche anno segnano il territorio: lampade votive ed illuminazione non funzionanti all’interno ed all’esterno del cimitero; canile; frane; strade dissestate; scalinata di via Moscatelli già esistente nel diciassettesimo secolo, attualmente irriconoscibile, causa l’assenza di manutenzione; vecchio cimitero napoleonico ormai ridotto ad un cumulo di macerie, con ancora decine e decine di spoglie mortali all’interno, lasciate alle intemperie e alle razzie di eventuali animali. Ma il grado di civiltà non si misura anche con un efficiente sistema di servizi?”.
“I cittadini di Santo Stefano – rimarca Di Cristofaro – non ci stanno a farsi relegare in un “ghetto”, nel significato più dispregiativo e negativo della parola; abbiamo una storia, un’identità e delle tradizioni, che non possono essere cancellate da una politica cieca, ammesso che possa definirsi tale, e che assolutamente non condividiamo. Ma forse è anche ingiusto giudicare negativamente l’attuale amministrazione, in quanto tecnicamente non è possibile attribuire un giudizio a chi è immobile e non riesce a gestire i problemi della quotidianità. Santo Stefano, ha avuto sempre un luogo di culto per i proprio cari e vuole continuare ad averlo, è un nostro diritto e chiediamo all’amministrazione comunale di attivarsi nel più breve tempo possibile per realizzare nuove sepolture all’interno del Cimitero Comunale di Santo Stefano, senza andare alla ricerca di eventuali giochi finalizzati a raggiungere altri obbiettivi a noi oscuri”.
“Nel caso in cui ciò non sia possibile per qualsiasi motivo a noi ignaro, chiediamo al Comune di Campobasso – conclude il Comitato Frazione Santo Stefano – l’’autorizzazione a costruire in proprio le nuove sepolture all’interno delle mura del Cimitero di Santo Stefano, mediante un sistema di autofinanziamento dei cittadini della frazione con successivo affidamento dei lavori mediante gara pubblica”.