Bocconi avvelenati per gli amici a quattro zampe: è ancora emergenza nel quartiere San Giovanni
Preoccupati i residenti della zona e i proprietari degli amici a quattro zampe che temono per i loro animali domestici
L’emergenza nel quartiere San Giovanni era scattata circa un anno fa. A quasi dodici mesi di distanza il fenomeno è tornato a ripresentarsi. Proprio nella stessa zona del capoluogo dove, ancora una volta, sono state ritrovate esche avvelenate per cani e gatti che hanno già provocato diverse vittime. Il ritrovamento è avvenuto in via Liguria, dove alcuni gatti nei giorni scorsi sono deceduti.
Un atto di inciviltà, nonché un reato punito dalla legge e, probabilmente, ignorato da chi è dietro a simili gesti.
Preoccupati i residenti della zona e i proprietari degli amici a quattro zampe che temono per i loro animali domestici.
L’episodio già lo scorso anno venne stigmatizzato dall’amministrazione di Palazzo San Giorgio, che chiese ai cittadini di collaborare per individuare i responsabili.
Un appello quest’ultimo che torna attuale e che è destinato a trovare più forza ricordando come l’uccisione animali (domestici e non) sia un reato. Ma anche come, l’autore di simili gesti, una volta individuato, viene condannato. Il codice penale, all’articolo 544-bis, punisce infatti l’uccisione di animali “per crudeltà o senza necessità”.
Anche se l’animale si salva, a causa delle forti sofferenze inflitte dal veleno si configura comunque il reato di maltrattamento (art. 544-ter), punibile con la pena della reclusione sino a 18 mesi. Se invece l’animale non solo soffre ma come spesso accade muoredopo una lunga agonia, si avrà maltrattamento aggravato dalla morte, per il quale è previsto un aumento di pena.
Chiunque noti esche avvelenate è, perciò, tenuto ad allertare gli organi competenti: il Comune ma anche i Vigili Urbani o le forze dell’ordine che faranno intervenire le autorità sanitarie per valutarne l’effettiva pericolosità e per bonificare la zona.