Storie di giovani / La forza di un sogno: Nico D’Alessandro, da batterista autodidatta a unico molisano al Rockin’1000
LUDOVICA COLANGELO
Le passioni più grandi, nella maggior parte dei casi, nascono da bambini e sono quelle per cui si è pronti a lottare nonostante sconfitte e difficoltà. È così che è andata anche per il giovane molisano Nico D’Alessandro, amante della musica e batterista autodidatta che, lo scorso agosto, ha partecipato all’importante evento Rockin’1000, tenutosi a Cesena. Una sorta di concerto della più grande rock band del mondo, promosso da Fabio Zaffagnini, quarantenne di Ravenna, che già l’anno prima aveva radunato mille musicisti per suonare insieme “Learn to fly”.
Un’esperienza importante per il giovane artista e unico molisano, che ha partecipato alla manifestazione e che, nell’intervista a CBlive, racconta l’origine e l’evoluzione della sua passione.
Cosa ti ha portato ad amare la musica e scegliere di suonare proprio la batteria? “La mia passione è nata ai tempi dell’asilo. Avevo tre anni e un giorno le maestre ci portarono a vedere un concerto. Io, come capita spesso ai bambini piccoli, ero seduto in prima fila e proprio di fronte a me avevo una batteria. Già avevo visto quello strumento, ma fu proprio in quella circostanza che la batteria mi incuriosì molto, e quando poi sentii che la suonavano rimasi letteralmente folgorato”.
E poi cosa è accaduto dopo? Hai espresso ai tuoi genitori il desiderio di imparare a suonare la batteria? “Sì , due mesi dopo quel concerto sarebbe stato Natale e, appena rientrato a casa, chiesi ai miei di ricevere in regalo da parte di Babbo Natale una batteria. Iniziai a seguire anche delle lezioni nella scuola di musica del mio paese. Dovetti scegliere, però, come strumento da studiare il pianoforte perché il corso di batteria non all’epoca non era previsto”.
Quindi imparasti a suonare uno strumento diverso e il tuo approccio alla batteria è stato da autodidatta? “Esattamente. Solamente da adulto ho preso delle lezioni”.
Dunque un percorso non privo di difficoltà, cosati ha spinto a non mollare mai? “Suonando da quando sono bambino, credo sia stata la curiosità la voglia di conoscere e di apprendere a spingermi ad andare sempre avanti”.
Lo scorso mesi di agosto per te è arrivata una grande soddisfazione: il Rockin’1000. Come sono andate le cose che poi ti hanno portato a prendere parte a questa iniziativa? “Diciamo che il tutto è nato un po’ per gioco, dato che non mi ritengo un vero e proprio musicista, ma un rumorista. Un giorno ho saputo tramite internet, delle candidature per l’evento e ho mandato un mio video. L ‘ho fatto, solamente, per avere un parere sul mio modo di suonare, da parte degli esaminatori e invece…”
E, invece, la tua domanda è stata accolta. Puoi descrivere in poche parole la sensazione provata in quei giorni a Cesena ? “E’ stato tutto molto bello. Ho vissuto un mix di emozioni dovute, soprattutto, alla conoscenza di un nuovo mondo musicale e culturale”.
Sei stato seguito dal direttore di Sanremo, Marco Sabiu, e hai suonato insieme a musicisti importanti, come ad esempio il bassista di Jovanotti. I grandi della musica come si sono rapportati verso i ‘giovani dilettanti’? “Al Rockin’1000 eravamo tutti uguali, tutti sullo stesso piano. Questa è una delle magie che può realizzare la musica”.
Tra mille artisti eri l‘unico molisano? “Come musicista sì. Spero che, il prossimo anno, mi faccia compagnia qualche altro corregionale”.
Una speranza condivisibile, quella del “musicista-rumorista” che è un po’ l’emblema locale di come costruire i propri sogni da soli, sia possibile. Come diceva San Damiano: “Ogni uomo semplice porta in cuore un sogno che, potrà costruire, solo con amore ed umiltà”.