Kaputt Carmine Schiavone, il boss dell’ecomafia anche molisana, che dichiarava: “Tra venti anni morirete tutti”
MARIA CRISTINA GIOVANNITTI
Le dichiarazioni choc deposte alla Commissione Parlamentare d’Inchiesta sul Ciclo dei Rifiuti sulle attività illecite del 7 ottobre 1997 hanno messo in luce la lobby dell’ecomafia radicata anche in Molise, mettendo fine per sempre all’idea di una oasi di pace. Carmine Schiavone, pentito dal 1993, con la sua collaborazione ha dato il via a ben 136 arresti ed al processo ‘Spartacus’ che portò alla condanna di suo cugino Francesco Schiavone, detto ‘Sandokan, Michele Zagaria e Francesco Bidognetti.
Non solo, Carmine Schiavone è stato il primo a dichiarare come le lande vergini della regione Molise sono state profanate da una ‘tossica’ alleanza: la camorra aveva la compiacenza dei politici locali “la mafia e la camorra non potevano esistere se non era lo Stato … se le istituzioni non avessero voluto l’esistenza dei clan, questo poteva mai esserci?” diceva Schiavone. A questa coppia si aggiungono gli imprenditori che, pur di risparmiare, hanno consapevolmente inquinato terre e falde acquifere. Questo triangolo della morte, firmato ecomafia, ha avuto il suo inizio nel 1988 con i due avvocati Pino Borsa e Pasquale Pirolo.
“Mi si rispose che sarebbe stato un buon business per far entrare nelle casse del clan soldi da investire ma il paese sarebbe stato avvelenato, perché i rifiuti avrebbero inquinato le falde acquifere”, dichiarava l’ex boss del clan dei Casalesi. Una lobby che ha fruttato più del traffico di droga e che ha reso il meridione la discarica a cielo aperto dei rifiuti industriali del nord Italia e d’Europa: così via a seppellire fanghi industriali, rifiuti di lavorazione di tutte le specie, amianto ed altri scarti trasportati da camion durante la notte, che con pale meccaniche seppellivano questi rifiuti nei terreni ad una profondità di circa 20-30 metri.
“Io penso che per bonificare quelle zone ci vorrebbero tutti i soldi dello Stato in un anno” con questa consapevolezza di gravità Carmine Schiavone dichiarava il meccanismo dell’ecomafia. Lo ricordiamo con queste parole che tuonano come una condanna a morte per gli abitanti delle zone inquinate dove si registra un picco di mortalità e neoplasie: “Tra venti anni in quelle zone saranno tutti morti di cancro”.
Kaputt a Carmine Schiavone che muore oggi, 23 febbraio 2015, all’età di 72 anni.