Il Molise non esiste ma i suoi soldi si (purtroppo): la Cenerentola d’Italia secondo ‘Gli Immoderati’
Una critica al turismo molisano arriva da un gruppo storico di liberali sparsi nel mondo e con un grande seguito social. ‘Gli Immoderati’ danno al Molise il primato di peggiore regione per turismo, nonostante le grandi risorse naturali e soprattutto il pozzo di finanziamenti pubblici
Un paradosso evidenziato in un articolo di critica sul portale de ‘Gli Immoderati’, uno storico gruppo di liberali sparsi nel mondo e con un grande seguito sui social: la regione Molise vince, secondo loro, il primato di peggiore regione per stallo e paralisi del turismo nonostante usufruisca di una pioggia di finanziamenti.
La critica al turismo molisano nasce facendo un confronto nazionale: se nel 2017 in Italia si sono registrate 455 milioni di presenze in alberghi e strutture di accoglienza, in Molise ci sono state solo 42 mila.
Un “quadro sconfortante” dicono ‘Gli Immoderati’ nonostante le grandi potenzialità naturali possedute dal Molise come per esempio gli ampi ed estesi tratturi, gli insediamenti Paleolitici di Isernia, il teatro italico di Pietrabbondante e la florida produzione di tartufi.
Di chi sarebbe la colpa? Sempre secondo l’articolo, le amministrazioni e il sistema di assistenza eccessiva sarebbero da imputare.
Tuttavia, analizzando nel dettaglio i fondi post-sisma del 2002, il bando “Turismo è cultura” del 2019 (1,8 milioni euro) e la “chimera del turismo di ritorno”, con numeri paradossali come il presunto milione e mezzo di molisani all’estero sbandierato in un recente convegno a Campobasso, il sito stigmatizza la pioggia di soldi pubblici, denunciando, in perfetta chiave liberale, che “le responsabilità di questo ennesimo scialacquio pubblico non ricadono ovviamente sui soggetti beneficiari, che raccolgono ciò che passa il convento, bensì su una classe di amministratori che perpetua una politica assistenziale e pregna di retorica”.
Quale sarebbe la soluzione per migliorare il turismo in Molise, secondo i liberali? La soluzione migliore sarebbe affidare la promozione del territorio e del turismo a dei professionisti del settore provenienti da fuori regione per abbattere quel sistema di favoritismi e collusioni. A peggiorare le cose, secondo ‘Gli Immoderati’, sarebbe il pozzo di fondi pubblici.
L’ultimo rapporto sull’economia regionale sfornato da Bankitalia, presentato proprio nei giorni scorsi, attesta non solo che questa regione cresce molto meno rispetto alla media del Mezzogiorno, ma che è l’unica a non aver recuperato gli indicatori pre-crisi del 2008, ad iniziare dai livelli occupazionali. Nonostante usufruisca delle misure per l’area di crisi complessa e di una pioggia di finanziamenti, evidentemente spesi male.
L’articolo riprende il sperpero nella ricostruzione post sisma in Molise: “Del resto, questa montagna di soldi post-sisma – si parla di oltre 450 milioni di euro – è finita anche per ripopolare il territorio di seppie, per creare un museo dei profumi in un paese con meno di trecento residenti, per lanciare sentieri di ippoterapia. Otto milioni sono stati destinati ad una nave che avrebbe dovuto portare i turisti da Termoli alla Croazia, altri cinque ad una fabbrica per sfornare suv con motori cinesi.
A seguito di questo spreco non pochi si sono domandati se davvero avesse ancora senso una Regione con appena 300mila residenti, ben 136 comuni, la maggior parte sotto i mille residenti, e tantissimi dipendenti pubblici, di cui molti con ruoli dirigenziali. Sono passati anni, progetti di accorpamenti regionali, proposte di abolizione delle Province, ma il Molise è ancora interamente lì”.
Dopo aver esposto i dati economici del recente report di Bankitalia, il pezzo si conclude ricordando la vocazione assistenziale, che tanti danni ha prodotto in tutto il Mezzogiorno, e che rappresenta “la principale zavorra di questo piccolo territorio”.