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Green Molise: i dati Ispra parlano dell’eccessiva cementificazione mentre il settore edile è in crisi nera

cementificazione

MARIA CRISTINA GIOVANNITTI

In primis sono piazze, parcheggi, enormi aree pavimentate; seguono poi case, schiere di condomini e villette; in fine ci sono le strade, con chilometri di lingue asfaltate tra il verde: sono queste le maggiori colate di cemento ed asfalto che riducono il suolo della regione Molise.

I dati allarmanti emergono dal dossier 2015 ‘Recuperiamo terreno’ dell’Isprambiente sul consumo del suolo che arriva in parallelo all’Expo di Milano, e diventa una fotografia tutta italiana in questo 2015, anno internazionale del suolo.

Il Molise è nel mezzo delle graduatorie nazionali ma nel suo piccolo contribuisce alla sua buona dose di colate, in picchiata negli anni. Consideriamo che se negli anni ’50 la media di cementificazione era pari al 2,7 percento, per oscillare tra i 3,7 ed i 4,1 percento negli anni ’90 fino ad arrivare al 2000 con un trend in aumento tra il 4,3 ed il 4,7 percento del 2013.

In tutto il Molise il 46,2 percento è cementificato, di cui un buon 2,8 percento solo nella città di Campobasso. A rendere ancora più allarmante i dati nazionali e regionali è la pericolosità di queste costruzioni: in Molise il 4,2 percento è stato costruito in zone a rischio idrogeologico. Così diventa sempre più frequente trovarci di fronte a paesini a rischio crollo, case pericolanti ed intere strade franate che isolano contrade, nonché pericolo allagamenti o esondazioni.

Un effetto contrario rispetto all’annus horribilis vissuto dal settore trainante della regione, quello dell’edilizia che ha visto imprese edili fallire, passando da 1713 del 2009 a 1125 del 2014 e registrare un calo dei guadagni con 70 milioni di euro per scendere a 30 milioni.

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