Giornata Mondiale Vittime dell’Amianto: in Molise no mappature dei siti inquinati, zero bonifiche e spesso abbandonato in discariche abusive
MARIA CRISTINA GIOVANNITTI
Torniamo a parlare di eternit, soprattutto in Molise dove vi è un’alta concentrazione di amianto e cemento, nella Giornata Mondiale Vittime dell’Amianto. Sono 10 anni ormai in cui, il 28 aprile, si commemorano le vittime dell’amianto e si conoscono gli alti rischi che l’esposizione a questa fibra killer comporta, eppure in regione nulla si muove tanto che il Molise, insieme ad Abruzzo, Calabria, Puglia, Lazio e Sardegna, è fanalino di coda per politica e prevenzione: manca un Piano regionale amianto, quindi di conseguenza non c’e mappatura, non si possono bonificare le aree a rischio e i molisani continuano a respirare le fibre tossiche esponendosi al pericolo di mesotelioma polmonare maligno e altri tipi di carcinoma.
L’amianto uccide: lo IARC ha calcolato il picco massimo di decessi a causa della fibra tossica tra il 2015 ed il 2020 mentre, tra il 1998 ed il 2005, sono stati accertati ben 15 mila casi di persone malate di mesotelioma maligno a causa dell’amianto ed in Italia i decessi sono circa 4 mila. Per il Molise non è possibile fare una stima perché non esiste un registro tumori ma la concentrazione è alta ed è presente soprattutto in case ed edifici agricoli.
“In Molise gli interventi riguardano un totale di 36mila metri quadrati di coperture in cemento amianto, il 7 per cento del totale censito, ma nessuno è ancora concluso” così si legge nel dossier Legambiente che quattro anni fa bacchettava la piccola regione, denunciando i ritardi dei Piani per la bonifica di amianto. Un ritardo vergognoso se si considera che la legge che ha bandito l’Eternit è la numero 257 del 1992. A quattro anni da questa tirata d’orecchie per l’Eternit molisano è stato fatto davvero molto poco. Consideriamo che l’ultima mappatura dell’Arpa Molise risale al lontano giugno 2006, ovvero ben 9 anni fa.
Proprio qualche giorno fa, l’Arpa Molise ha fotografato gli ecoreati compiuti nel 2014 in regione, tra questi una della munnezza preferita che i cittadini gettano nelle terre molisane è proprio l’amianto che spesso viene interrato, diventando tossico anche per la coltivazione.
Se poi consideriamo che l’amianto in malora ricopre tetti di enti pubblici che perdono di vista l’urgenza della bonifica, la situazione è davvero paradossale: così come a gennaio 2015 quando un cittadino, con documentazione foto, ha denunciato al Wwf Molise ben 400 metri di amianto che facevano da tetto di due capannoni in località Castellana nel comune di Montefalcione del Sannio, in provincia di Campobasso di proprietà della Comunità Montana ‘Trigno – Medio Biferno’, lo stesso ente locale impegnato nello sviluppo del territorio.