Fossalto nel mirino della Turchia per la cittadinanza onoraria ad Abdullah Ocalan. “Inaccettabile. Il nostro un impegno per la pace”
Il 4 marzo scorso il Comune di Fossalto ha conferito la cittadinanza onoraria ad Abdullah Ocalan, leader del PKK curdo che attualmente si trova in prigione, scatenando una immediata reazione da parte delle autorità turche, in particolare il Ministero degli Esteri di Ankara che ha condannato il gesto Fossalto, chiedendo anche all’Italia di evitare che simili tentativi si ripetano in futuro.
Inutile dirlo, la notizia è finita agli onori delle cronache nazionali, divenendo notizia per le agenzie di stampa e finendo sulle pagine politiche di Repubblica che ha riportato anche la versione del primo cittadino di Fossalto, così come quella del sindaco di Castelbottaccio, primo Comune molisano a riconoscere la cittadinanza al leader dei curdi.
Dopo le dure parole del ministro turco Nonno si è dichiarato sorpreso, affermando che non si aspettava una simile reazione e soprattutto l’attenzione da parte del ministero della Turchia, visto che sono molte le città, molto più grandi, che nei tempi precedenti hanno conferito la cittadinanza.
“Quello dell’amministrazione è stato un gesto simbolico – ha sottolineato Nonno – un riconoscimento dei meriti e dell’impegno di Ocalan a favore della pace”.
Posizione simile anche quella del primo cittadino di Castelbottaccio che, riconosciuta la cittadinanza di Ocalan nel 2018, sollecita ora un intervento dell’Unione Europea, considerando grave il suo silenzio.
Il leader di Rifondazione Comunista, Maurizio Acerbo, ha definito irricevibile la nota del ministero turco, ma non solo, anche il parlamentare molisano del Movimento 5 Stelle, Antonio Federico, è intervenuto sulla questione.
“Il 4 marzo scorso il piccolo Comune molisano di Fossalto ha concesso la cittadinanza onoraria a Ocalan, leader del popolo curdo. Addirittura il Ministro degli Esteri turco è intervenuto per condannare l’atto e per chiedere che in Italia non avvengano più cose del genere. Una ingerenza, quella del Governo di Ankara, assolutamente inaccettabile e che tenta di mettere in discussione l’assetto democratico e istituzionale del nostro Paese. Non ci riuscirà, questo è certo”, sono state le parole di Federico.
Pierp.Gabr