#ecogiustizia è stata fatta. Giorno storico per il Molise e l’Italia: chi inquina pagherà con il carcere
MARIA CRISTINA GIOVANNITTI
Bisogna brindare ad un giorno memorabile come quello in cui il Senato, con 170 voti a favore, 21 contrari e 22 astenuti, ha approvato – senza apporre modifiche – il disegno di legge sui “Delitti contro l’ambiente”. Questo significa che, dopo 21 anni di lotte e soprattutto vittime dell’inquinamento ambientale, giustizia sarà fatta: per chi compie reati ambientali la pena sarà il carcere e multe da capogiro. Sarà punito il singolo individuo incivile, passano per le aziende furbe che non pagano gli smaltimenti speciali per arrivare a colpire gli ecomafiosi e gli ecocriminali.
Così arrivano sanzioni penali contro gli illeciti ambientali più severe: l’inquinamento ambientale (articolo 452-bis), sarà punito con la reclusione da 2 a 6 anni e la multa da 10.000 a 100.000 euro; il disastro ambientale (articolo 452-quater), prevede la reclusione da 5 a 15 anni; il traffico e l’abbandono di materiale ad alta radioattività (articolo 452- sexies), punisce con la reclusione da 2 a 6 anni e la multa da 10.000 a 50.000 euro chiunque abusivamente «cede, acquista, riceve, trasporta, importa, esporta, procura ad altri, detiene, trasferisce, abbandona o si disfa illegittimamente di materiale ad alta radioattività»; per l’impedimento del controllo (articolo 452-septies), è prevista la reclusione da 6 mesi a 3 anni verso chiunque intralci attività di vigilanza e controllo ed anche l’omessa bonifica (articolo 452-terdecies), è punibile con la reclusione da 1 a 4 anni e con la multa da 20.000 a 80.000 euro.
Sarà un modo per tutelare l’Italia ed anche il Molise, da anni in balia di disastri ambientali impuniti, anticamera di ecocrimi ed ecoreati, e che finalmente può brindare per la tutela della propria eco salute.
Tanti i crimini ambientali molisani, lasciati impuniti: tra questi, quello che emerge nei dati del Ministero dell’Ambiente: pochissimi i siti bonificati, maggiori quelli in cui l’amianto è ancora attivo. “In Molise gli interventi riguardano un totale di 36mila metri quadrati di coperture in cemento amianto, il 7 per cento del totale censito, ma nessuno è ancora concluso” così si legge nel dossier Legambiente che quattro anni fa bacchettava il Molise, denunciando i ritardi dei Piani Regionali per la bonifica di amianto. Un ritardo vergognoso se si considera che la legge che ha bandito l’Eternit è la numero 257 del 1992. A quattro anni da questa tirata d’orecchie per l’Eternit molisano è stato fatto davvero molto poco. Addirittura se consideriamo che l’ultima mappatura dell’Arpa Molise risale a giugno 2006, quindi a ben otto anni fa, possiamo parlare anche per il Molise di un disastro ambientale in atto.
Altri ecoreati molisani sono quelli che emergono dall’operazione ‘Open Gates’. Il punto focale è l’inquinamento ambientale: con la società Inside S.r.l. di Termoli, a capo di cui c’era Antonio Del Torto, e il responsabile dell’impianto di depurazione Coniv di Montenero di Bisaccia sembra che, secondo la Procura, alcuni rifiuti tossici venivano smaltiti in questo depuratorie ed altri, come fango radioattivo o percolato provenienti dalle discariche di Abruzzo, Lazio, Campania e Puglia, venissero condotti in Molise, etichettati come fanghi di acque reflue e quindi rifiuti urbani e seppelliti in terreni di circa 200 ettari tra Larino e Guglionesi. Queste terre sono state, comunque, coltivate nonostante il probabile interramento tossico, producendo ortaggi che sono stati venduti e che sarebbero finiti nei nostri piatti. A stabilirne lo smaltimento illecito o no, sarà il Tribunale di Campobasso.
Per concludere, c’è l’ultima fotografia ambientale scattata dall’Arpa che ha compiuto una ricerca dei siti in cui, nel 2014 in Molise, sono interrati rifiuti radioattivi attraverso i classici scavi di trincea ma avvalendosi anche di droni e rilievi con georadar e il quadro che ne esce non è dei migliori. Secondo le mappe presenti nel dossier i maggiori focolai d’inquinamento si trovano lungo la costa molisana e nell’hinterland di Campobasso dove sono stati contati, su un totale di 198 siti, ben 159 siti tossici, insomma quasi la totalità, con 72 segnalazioni trasmesse e 27 segnalate dalla Procura.
Da oggi in poi, chi inquina paga.