Cronache marziane / Dai posti sulla metro ai soli milanesi alla felpa con su scritto ‘Isernia’: quando le battaglie (in politica) dipendono dalle prospettive
CRISTINA SALVATORE
“Verrò in Molise entro la primavera”. E così fu. Matteo Salvini, dopo aver impiegato diverso tempo di studio per capire dove si trovasse precisamente il Molise, ha mantenuto fede alla sua promessa. Davanti alla Fontana Fraterna (simbolo della città di Isernia e del suo pensiero politico più profondo) ha incontrato il popolo pentro per sincerarsi che esistesse davvero e non fosse solo il frutto di leggende metropolitane.
Peccato che qualche tempo fa Matteone avesse sviluppato una evidente allergia nei confronti di tutto il sud Italia (e per lui il sud Italia è da Milano in giù, anche Bologna gli provocava prurito e starnuti compulsivi). Ma si sa che in tempo di elezioni, così come in guerra, tutto è lecito e tutto è possibile. Con la sua bella magliettina provvista della scritta in petto “ISERNIA” si è manifestato alla folla come la Madonna di Fatima si manifestò ai tre pastorelli portoghesi. La differenza è solo di qualche numero in più di presenze in piazza, quindi, più che un bagno di folla per il capitano del Carroccio si è trattato di qualche schizzo d’acqua qui e là, magari starnuti, ancora è da appurare.
“Io guardo avanti, guardo al nuovo, guardo al cambiamento, quindi ad Isernia proponiamo al centro destra, senza imporre niente a nessuno, con umiltà e trasparenza, un candidato con esperienza come Mazzuto. Uniti si vince, se ognuno pensa al proprio orticello Renzi campa cent’anni”. Gli isernini dopo queste parole hanno avuto un vero e proprio tuffo al cuore, si sono sentiti rassicurati, accuditi e amati come fa un tenero padre con il suo bambino: Mazzuto è la vera novità per il popolo pentro: uno che da Forza Italia è passato alla Lega Nord solo per amore del suo popolo, schierandosi con il partito più all’avanguardia in questo momento storico (ma solo dopo aver giurato che una volta indossata la felpina verde, mai più la toglierà, dovesse cascare la Lega), è rassicurante.
Certo, di tutto il discorso salviniano, una cosa è vera e giusta: se uno pensasse al proprio orticello non si andrebbe avanti. Salvini lo sa bene e per questo motivo, tempo fa, proponeva posti in metro a Milano riservati solo ai milanesi di pura razza milanese. Secondo questo suo geniale progetto fraterno, se un molisano fosse capitato in metro per andare dalla stazione dei treni fino al Duomo, avrebbe dovuto farsi furbo e camuffarsi da persona del posto gridando “m’ hann faa su a remissell!”, che nel dialetto milanese significa “sono fregato, mi torvo in una situazione senza uscita”: infatti essere accerchiati dai leghisti mentre stai buttando l’occhio sulla signora che hai intuito stia per scendere ai Navigli… non è proprio una situazione facile.
Anche il suo “guardare al cambiamento” è commovente. Prima il popolo del sud era considerato da Salvini come letame da schivare, come la blatta che ti ritrovi in casa vicino al frigo. Adesso, per fortuna, gli immigrati hanno preso (momentaneamente) il posto d’onore tra i pensieri del Matteone nazionale, quindi, per sconfiggerli in guerra ci si allea pure coi menomati, con i poveracci e con quelli del sud, per intenderci. La puzza che sentiva il capitano del Carroccio a Pontida è acqua passata: e pensare che noi molisani siamo ad un tiro di schioppo non solo dalla Campania ma anche dalla Puglia, dalla Basilicata e dalla Calabria… si vede che a Isernia era raffreddato Matteone o che il vento soffiava contrario o che è davvero allergico ai terroni. Altra spiegazione non c’è.
Sulla sanità in Molise è stato anche più rassicurante, bisogna ammetterlo: il senso del suo discorso è più o meno questo “Non so come si sono mangiati i soldi destinati agli ospedali qui da voi, vedetevela da soli, io non posso farci nulla, ma votate Lega sempre e comunque perché uniti siamo una forza”. Non fa una piega.
Altro punto che sta a cuore a Matteone è l’abolizione della legge Fornero. Proprio non si ricorda più, oppure omette di ricordare, che nel 2004 un certo Roberto Maroni firmò una riforma passata alla storia come lo “scalone” che comportava l’istantaneo innalzamento dei requisiti pensionistici. Ah, la memoria!! Venti anni di Lega al governo dovrebbero essere la dimostrazione palese che gli errori possono ripetersi. Sono le facce che devono essere nuove, ovvio.
La soluzione per creare nuovi posti di lavoro in Molise invece è da leggere tra le righe del discorso del segretario della Lega Nord davanti alla Fontana Fraterna: serve gente che guidi le ruspe. Molta, molta gente. Quindi servono più autoscuole che insegnino a guidare un mezzo così particolare. Quindi servono strade più larghe per poter girare con le ruspe in città e via dicendo: questi i nuovi posti di lavoro. Ma perché non c’ha mai pensato nessuno prima? Matteone non può pensare a tutto: tra un’ospitata in Tv, un’ospitata in radio, ‘C’è Posta per Te’ (sì, era un impegno importantissimo a cui non poteva mancare per il bene del Paese), qualche volta a Montecitorio, una tantum a Bruxelles (giusto il tempo di un selfie), poi i figli, la casa, le feste mangerecce nelle piazze padane… ma come fa una persona così ad avere il tempo di trovare le soluzioni dei problemi nostrani?
Comunque una bella lezione di pulizia devo dire che Salvini l’ha data a tutti noi del Sud Italia: la maglietta con sopra scritto “Isernia” quando è andato nel capoluogo pentro e quelle con il nome di ogni città in cui si reca per i vari comizi accorati… sono la dimostrazione chiara che lui le magliette se le cambia.