Il centro di accoglienza di San Giuliano di Puglia destinato solo ai casi di rimpatrio volontario. Il Prefetto di Campobasso fa chiarezza
Il villaggio costruito all’indomani del terremoto del 2002 a San Giuliano di Puglia non sarà un centro Hub. Ovvero non si tratterà di un centro di prima accoglienza. Cioè quello che, nel gergo dell’immigrazione, sta a indicare il posto dove, dopo l’identificazione, i richiedenti asilo possono essere ospitati, in attesa di essere inseriti nei cosiddetti programmi di seconda accoglienza, rappresentanti dagli Sprar. Il centro del paese simbolo del terremoto sarà, invece, dedicato ai rimpatri volontari. A illustrare la novità, a margine della conferenza stampa sul tema del Patto per la Sicurezza, è stato il Prefetto di Campobasso, Maria Guia Federico.
La struttura, che 15 anni fa accolse i terremotati della regione sarà, dunque, destinata “ai migranti che rimarranno nel centro solo il tempo strettamente necessario al compimento delle operazioni di rimpatrio”.
Una precisazione doverosa per il Prefetto, soprattutto a seguito delle polemiche sollevate da alcuni sindaci dell’area del cratere e da alcuni esponenti del mondo politico. “Tutto questo – ha sottolineato ancora – vorrà dire che la questione non inciderà su problematiche di ordine pubblico che, in genere, insorgono quando la presenza dei migranti è costante per minimo due anni”.
L’accoglimento da parte del Ministero dell’Interno delle richieste avanzate dalla Regione e dal Comune, con il quale il numero dei migranti è passato d 500 a 250, è inoltre per il Prefetto un “risultato incredibile”.
Sempre la Guia Federico ha, poi, messo in luce come, la presenza del centro potrà favorire anche alcuni aspetti della viabilità delle strade interne della zona. “Abbiamo ricevuto – ha detto – garanzie sui finanziamenti che riguarderanno le strade per accedere la centro”.
Insomma, un risultato che, ove si dovesse concretizzare, potrebbe tornare utile all’intera collettività dei paesi del cratere.
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