Armando Iaboni, campobassano d’adozione, professione fantasista, a 35 anni ha ritrovato la serie D e lo ha fatto a suon di gol nella passata stagione, quando ha deciso di ‘emigrare’ a Teramo, per sposare il progetto del San Nicolò, la seconda squadra del centro abruzzese. Vittoria del massimo torneo regionale e titolo di capocannoniere. In Molise ha giocato con le principali squadre: Termoli, Bojano, Trivento e Isernia. Gli manca il Campobasso, dove abita da anni, e nel capoluogo molisano avrebbe potuto far parte dell’attuale progetto. Sfumato il rossoblù, si è tolto belle soddisfazioni sinora al San Nicolò.
Per lui domenica 21 settembre contro i lupi sarà una partita particolare, per almeno tre motivi: è campobassano d’adozione, con i rossoblù giocano tanti suoi ex compagni di squadra e l’attuale dirigenza del Campobasso è quella che lui ha avuto per anni all’Atletico Trivento. E poi il quarto (più importante) motivo: quella voglia, mai nascosta, di giocare con il Campobasso: sia l’anno scorso, che quest’anno potevano esserci tutte le condizioni per il coronamento di un sogno.
“A tutti piacerebbe giocare con il Campobasso – risponde a precisa domanda Armando Iaboni – perché è innegabile che giocare con i lupi ti dà tante emozioni. Io, però, ho sposato un progetto con una società seria e sono felice della scelta che ho fatto. Sarà bello ritrovare tanti amici – ha proseguito Iaboni – ma io sono un calciatore del San Nicolò, quindi domenica prossima saranno 90 minuti per noi importanti e anche prestigiosi. Dopo il triplice fischio finale torneremo amici, prima c’è da giocare una gara, che per noi è importante. Abbiamo iniziato il campionato con quattro punti in due incontri e per una matricola è sempre importante fare punti all’inizio. Torneranno utili nel corso del campionato. La nostra è una squadra che punta alla salvezza, che non sarà semplice raggiungere in questo campionato, che esprime valori tecnici importanti e, quest’anno, abbastanza livellato”.
Ipotizziamo un gol di Iaboni: esulterà? “A mio avviso in campo occorre essere corretti. È il comportamento di 90 minuti che ti rende un professionista, poi è normale che esultare per un gol è anche una forma di liberazione. Ripeto: è una partita particolare per me e non lo nego, ma durante i 90 minuti io penserò soltanto al San Nicolò”.
In generale che ambiente ha trovato Iaboni a Teramo? “Un ambiente sereno, una società seria e un posto dove puoi fare sport da professionista. Peccato che ci sia arrivato troppo tardi. È una bella realtà economica e sociale”.
Che squadra è il San Nicolò? “Siamo ripartiti dallo zoccolo duro della passata stagione, quando abbiamo vinto il campionato di Eccellenza abruzzese e, grazie ai compagni, io ho vinto il titolo di capocannoniere. La dirigenza ha ingaggiato quegli elementi necessari per il campionato di serie D e, ripeto, speriamo di salvarci il prima possibile”.
Campobasso – Nel pomeriggio odierno, giovedì 18 settembre, il test amichevole in famiglia per testare l’undici anti-San Nicolò. Il trainer Farina farà qualche esperimento in avanti, perché occorre sostituire lo squalificato Ciccio Di Gennaro, espulso domenica scorsa contro l’Amiternina.
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