GIUSEPPE FORMATO
I Sanniti sono la scuola calcio di Ferrazzano, centro alle porte di Campobasso, che sta provando a ritagliarsi il proprio spazio nel complesso mondo del calcio e, in particolare, in quello molisano. Obiettivo del club presieduto da Angela Baranello è quello di guardare la formazione dei giovani calciatori sotto più angolazioni, quelle che spesso restano oscure a molte società sportive.
Un team giovane, nato nel 2011, così come lo sono coloro che hanno sfidato un mondo già saturo, imponendosi nel panorama calcistico regionale.
“Tutti accomunati da un sogno da realizzare”: con queste parole Angela Baranello ha descritto il motore trainante di coloro che un giorno si sono seduti attorno a un tavolo con l’idea di provare a ritagliarsi il proprio spazio nel calcio giovanile.
I Sanniti, infatti, sono nati dall’ambizione di Angela Baranello, che è anche il presidente, Erika Giangrossi, Francesca Lembo, Giuseppe Rubbo e Carlo Barbieri.
“Io sono stata spinta in questa avventura – ci ha spiegato Angela Baranello – dal voler proseguire l’opera di mio padre. La voglia di voler fare qualcosa di importante nella vita sociale e sportiva l’ho ereditata da lui e a questo si sono aggiunte le storie che mi hanno raccontato le persone di Ferrazzano. A dire il vero, ho scoperto dopo la morte di mio padre che lui, nel portare avanti la scuola calcio di Ferrazzano per qualche anno, aveva lasciato un ottimo ricordo tra i cittadini. L’ho scoperto perché in molti mi hanno fermata e raccontato quello che lui aveva fatto per il calcio e i ragazzi della cittadina alle porte del capoluogo. Anche gli altri miei ‘soci’, se vogliamo chiamarli così, sono stati spinti da forti motivazioni. Francesca ha una specializzazione DSA (Disturbi Specifici di Apprendimento, ndr) e, dunque, ha voluto mettere a disposizione di bambini e adolescenti le sue conoscenze e, per la verità, sta ottenendo anche i suoi bei e soddisfacenti risultati, svolgendo un lavoro importante anche per i genitori dei nostri ragazzi. Erika, che è la moglie del calciatore Antonello Corradino, ha voluto condividere qualcosa col proprio marito. Giuseppe ha giocato a calcio nei campionati regionali, ha fatto il dirigente all’Atletico Trivento e, ora, vuole diventare un buon allenatore e uomo di calcio. Carlo, invece, viene dal tennis, ma lo sport nazionale ce l’ha nel dna, ereditato dal padre, Giancarlo Barbieri che negli anni ’60 ha giocato in serie A”.
Angela Baranello, che cerca sempre di evitare le luci della ribalta, specifica: “Non vogliamo fare assolutamente concorrenza alle altre scuole calcio del territorio, che lavorano da anni nel settore. Puntiamo, però, a formare i nostri ragazzi. Il nostro motto è ‘non solo scuola, non solo calcio, se vuoi diventare calciatore devi prima essere un uomo’. Noi partiamo da un concetto, quello dell’apprendimento senza bruciare le tappe. Io faccio sempre un esempio: prima di fare un dribbling occorre prima imparare a correre. Da par nostra, curiamo ogni minimo aspetto, soprattutto quelli relativi alla preparazione atletica e a una corretta alimentazione. Durante la manifestazione di calcio giovanile, svoltasi alla ‘Baita’ lo scorso 4 maggio, abbiamo previsto, durante la giornata, anche il menù del calciatore. Prima di pensare alle tecnica e alla tattica, io credo che sia importante pensare alla salute dei bambini e dei ragazzi. Tanto che noi, all’inizio di questa stagione sportiva, abbiamo richiesto per tutti gli esami specifici, al fine di verificare la salute di tutti coloro che gravitano attorno alla nostra struttura”.
La scuola calcio I Sanniti hanno nella propria struttura anche il mental coach, Mary Venditti. “Ogni tanto entra anche in campo – ha spiegato Angela Baranello –, verificando se ci sono situazioni particolari e giudicando anche il comportamento dell’allenatore con i propri ragazzi”.
Fanno parte, in qualità di tecnici, della grande famiglia de I Sanniti: Carlo Barbieri, Pasquale Andreola, Antonio Russo, Luca Giannotti ed Enzo Giuliano, oltre a Giuseppe Rubbo. “Sono ottimi allenatori, oltre ad essere eccellenti educatori – ha discettato l’avvocato numero uno del club –, ma la nostra fortuna è anche quella di avere due consulenti esterni, che sono vicini alle nostre dinamiche. Mi riferisco ad Antonello Corradino, che è un calciatore professionista come ce ne sono pochi in giro, e Massimiliano Nugnes, che mettono a disposizione della nostra giovane società la loro esperienza maturata in oltre trenta anni di calcio giocato. Antonello e Massimiliano sono i due valori aggiunti della nostra scuola calcio. Corradino, in particolare, che ha giocato in piazze importanti anche in serie B e C, si è calato nella nostra realtà e i suoi consigli sono utili a tutti: a iniziare da me, che sono il presidente, fino a tutti i bambini. Diciamo che loro ci danno preziosi consigli, sia da uomini di calcio, che da buoni pater familias”.
La scuola calcio è andata sempre in crescita nel corso degli anni e questo è di buon auspicio per il futuro e Baranello, in tal senso, ha affermato: “Sono sicura che il tempo ci premier e raccoglieremo i frutti del nostro lavoro. Ora stiamo seminando, successivamente verrà anche il tempo della raccolta, anche se devo dire che alcune belle soddisfazioni ce le stiamo già togliendo, sia dal punto di vista tecnico che da quello umano”.
Angela Baranello, presa dal suo progetto, non si è mai fermata nel suo lungo racconto, fatto anche di aneddoti, anche se il cronista per chiudere la chiacchierata non poteva evitare una domanda.
Lei ha detto che le scuole calcio devono prima formare gli uomini, poi i calciatori. Qual è la ricetta di questo difficile compito? “L’insegnare noi, l’imparare i ragazzi a perdere: così si diventa un vero uomo. Nella società di oggi si pensa solo alla vittoria e vediamo come, in Italia, persiste la cultura, sbagliata, della vittoria a tutti i costi. È facile imparare a vincere, a perdere lo è di meno. Noi, però, sosteniamo che per una società migliore dovremmo imparare tutti la cultura della sconfitta, provando però a migliorarci sempre. E se questa mia teoria è confortata dai nostri due consulenti, Antonello Corradino e Massimiliano Nugnes, che girano l’Italia e i campi da gioco da oltre trenta anni, potete fidarvi che questo è l’obiettivo che dovrebbero perseguire tutte le scuole calcio , più in generale, tutte le società sportive”.
Il logo della scuola calcio I Sanniti – In una società giovane, non poteva che darsi fiducia, con ottimi risultati, a una ragazza giovanissima, Diletta Falcione, che ha disegnato lo stemma del club: un bambino sannita.
La fotogallery della scuola calcio I Sanniti