Non solo la concreta base di un’ultima stagione sensazionale, ma anche degli innesti di indubbio spessore che lanciano sempre più nei piani alti dell’universo cestistico nazionale tricolore il club rossoblù.
La Molisana Magnolia inizia la sua campagna acquisti riportando in Italia una lunga nel giro azzurro a tutto tondo (sia indoor che 3×3) del calibro della livornese Sara Madera. Ventiquattrenne di 190 centimetri, nonostante la giovanissima età, l’ala-pivot toscana in grado di disimpegnarsi anche da cinque vanta un curriculum di tutto rilievo non solo a livello nazionale con tre scudetti under 18 ed uno under 20 e due secondi posti in EuroCup a livello di club, ma anche, con la nazionale (nello specifico del 3×3), una qualificazione olimpica ed un bronzo all’ultima edizione dei Giochi del Mediterraneo ad Orano. Per lei che, oltre a Venezia, nella massima serie cestistica nazionale si è disimpegnata anche a Lucca e Broni, Campobasso e La Molisana Arena serbano anche un dolcissimo ricordo, quello legato alla semifinale della Coppa Italia 2022/23 in cui coi suoi 21 punti ed un 8/12 dal campo (con un 4/6 da 3) per un 26 di valutazione fu il fattore che consentì alla Reyer Venezia di imporsi di 15 (78-63) sulla Virtus Bologna.
Del resto le cifre sono leali alleate della lunga toscana capace di viaggiare sempre nell’area della doppia cifra e che – per uscire dalla propria comfort zone – ha vissuto l’ultima stagione in Spagna, nei Paesi Baschi, col Gernika in un team in cui figurava anche un’ex #fioredacciaio come la pivot francese Marie-Michelle Milapie. Per la giocatrice livornese una media di 7,1 punti in EuroCup con uscita agli ottavi contro le trionfatrici del Londra ed una Liga vissuta con sempre maggiore sostanza, appuntamento dopo appuntamento.
SCUSATE IL RITARDO Peraltro, la presenza in rossoblù di Madera sarebbe stata tale ben prima della stagione 2024/25. Nell’annata 2019/20, poi interrotta dal Covid-19, il club del capoluogo di regione aveva chiuso per l’ingaggio della lunga toscana come supporto per i playoff di A2 per il salto in A1.
«Vero avevamo definito tutto per il doppio tesseramento – ricorda la diretta interessata – poi l’imperversare della pandemia ha interrotto tutto. Ma è anche vero che, da quella stagione, Campobasso ha vissuto una crescita esponenziale su tutti i fronti con una costante ben definita quella di un tifo caloroso ed appassionato. Di fatto, da quella volta siamo rimasti sempre in contatto e quando, nelle scorse settimane, c’è stata la possibilità di definire l’accordo, sono stata bene felice di proiettar armi in questo progetto».
PERCORSO DI CRESCITA Alla base, per Madera, la volontà di proseguire in un percorso di crescita che ha visto la stessa giocatrice mettersi particolarmente in discussione con se stessa proiettandosi, nella scorsa stagione, con l’esperienza iberica.
«Andare all’estero ti porta ad essere fuori dalla tua comfort zone ed è un’occasione di crescita sotto tutti i punti di vista, sia personali che cestistici. Ho avuto modo di confrontarmi con un basket ancora più veloce e, allenamento dopo allenamento, ho avuto modo di sperimentare me stessa e le mie qualità, tant’è che, dopo questa esperienza, avevo ricevuto anche altre chiamate dall’estero, ma ho scelto di dare priorità a Campobasso, come nuova sfida per il futuro ed anche come segnale lanciato verso una società in continua ascesa».
TRA STREET E PARQUET Giocatrice di basket a tutto tondo, nel 3×3 Madera ha saputo conquistarsi una qualificazione olimpica per Tokyo (kermesse cui poi non ha potuto prendere parte per una serie di cavilli di carattere burocratico), oltre che altri risultati di prestigio nel tour internazionale della Fiba.
«Il tre contro tre – spiega – ti consente di esplorare un po’ tutte le dimensioni tecniche che poi puoi riportare sul parquet. Già prima dell’esperienza azzurra, in estate, compatibilmente con gli impegni coi club, cercavo di disimpegnarmi su questo fronte. Sono una lunga che ama però aprire il campo e sfruttare la mia versatilità nel cercare di prendere vantaggio sia fronte che spalle al canestro e questo, per molti, era un aspetto che mi avrebbe aiutato molto nell’ambientamento col 3×3. Devo dire che, però, il primo allenamento non è stato di quelli più felici, ma col passare delle sedute l’inserimento in questo contesto è stato sempre più proficuo».