Lupi, cronaca di una trasferta: i tifosi rossoblù colorano il desolante stadio ‘Del Duca’ con la speranza di tornarci contro l’Ascoli, come i fasti del Campobasso di qualche decennio fa

I tifosi del Campobasso sui gradoni dello stadio ‘Del Duca’ di Ascoli

ANDREA VERTOLO

La trasferta di domenica 3 aprile 2016 ad Ascoli Piceno, per i tifosi rossoblù, è stata un’esperienza velata dal profumo del passato e dalla puzza del presente. Per gli oltre 70 tifosi rossoblù, infatti, entrare al ‘Del Duca’, stadio ricco di storia e di ricordi, più o meno sbiaditi del Campobasso che fu, è stata una vera e propria impresa.

Lo spiegamento di forze dell’ordine e steward lascia già i tifosi meravigliati, la sorpresa che ha lasciato attoniti i seguaci del lupo però arriva dalla notizia che vede i biglietti, destinati al settore ospiti, al “modico” prezzo di 12 euro. Una deroga all’abituale costo dei biglietti, che spesso viene avanzata quando il numero dei tifosi ospiti è allettante per arrotondare un po’ il bilancio settimanale.

Una sorta di sovrattassa sulla passione, verrebbe da commentare, che i tifosi del Campobasso conosco bene e che da sempre evitano di assecondare. Così succede che, al rifiuto dei supporter, giunti con ogni mezzo sia dal capoluogo che da Bologna e Roma, si iniziano a creare i primi malumori.

I minuti passano e le squadre entrano in campo tra il silenzio dei gradoni vuoti. Il Monticelli, infatti, non vanta un seguito rilevante, gli ascolani, compresi i residenti del quartiere Monticelli, seguono tutti le sorti dei bianconeri dell’Ascoli, attualmente in serie B.

Intanto fuori dallo stadio, quando si era in procinto di riaccendere macchine e pulmini per fare ritorno a casa, arriva il passo indietro da parte della società marchigiana e il ridimensionamento  del costo del biglietto.

Da tanto a niente, in effetti, qualcosa cambia nella cassa del botteghino.

Una vittoria di principio per i tifosi del Lupo, su quella che rappresenta un’antipatica abitudine da parte di alcune società. Salire sui gradoni del ‘Del Duca’ sembra ormai cosa fatta, ma non è così perché c’è un’altra cattiva abitudine tutta italiana da affrontare. Con un biglietto, infatti, ne entrano due. Non è, come potrebbe sembrare, un omaggio promozionale, perché ad essere pagati sono due biglietti interi, ma un tifoso può avere la soddisfazione di esibirlo, l’altro no. Si entra in coppia, come in discoteca, ognuno si sceglie il compagno pagante ma senza biglietto. Così risulteranno circa trenta paganti quando in realtà i presenti ne sono giusto il doppio.

“Il triangolo no, non lo avevo considerato” cantava una famosa canzone di Renato Zero e, infatti, il numero dispari dei presenti fa sì che, almeno ad uno di essi, è stato riservato l’onore di pagare il biglietto e riceverlo normalmente.

Fu così che, a partita inoltrata e con il Campobasso già in vantaggio per il gol siglato da Alessandro, gli ultras del Nord fanno il loro ingresso nel teatro del ‘Del Duca’.

La voglia di sostenere, dopo tutte le varie diatribe, è davvero tanta e la voce della Nord si imporrà, da qui alla fine, su tutto l’impianto. Cori secchi e compatti dietro le pezze ‘Smoked Heads’ e ‘Nucleo Zasso’ con un bandierone della ‘Nord’ sempre in alto. Notato da molti a bordo del campo, era ben visibile lo sponsor di un famoso pastificio molisano. Peccato, viene da pensare, che l’attenzione verso lo sport, in certi casi, la si pone lontana centinaia di chilometri da casa. Intanto la goliardia dei cori della Curva Nord ‘Michele Scorrano’ riempie una giornata che, altrimenti, avrebbe davvero poco da raccontare. Sul campo il vantaggio rossoblù non viene mai messo in discussione e, ad inizio secondo tempo, arriva anche il raddoppio di Gabrielloni.

Il clima nel settore rossoblù è festoso e rumoroso. Neanche il fischio finale e il saluto dei giocatori sotto la curva fanno esaurire i cori della Nord, che si protrarranno anche all’esterno dello stadio. Poi, come avviene in tutte le trasferte, le strade dei tifosi si dividono. C’è chi torna in città, chi rientra nella capitale, chi sale a nord in direzione Bologna. Così ci si lascia alle spalle il ‘Del Duca’ sperando, un giorno, di ritrovarlo rivestito di bianconero e non lasciato in balia di dilettanti.

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