Una new entry dopo una conferma importante come quella del capitano Stefania Trimboli. Nel reparto delle esterne La Molisana Magnolia Campobasso va a pescare sul mercato statunitense, accaparrandosi le qualità di un elemento già protagonista della ultima serie A1.
Alla sua seconda esperienza consecutiva oltreoceano, il club rossoblù ha deciso di puntare sulla playmaker – vista all’opera nell’ultima stagione con Lucca – Quanniecia (per tutti ‘Que’) Morrison.
FROM GEORGIA TO ITALY Playmaker (anche se a Lucca si è disimpegnata talvolta anche nello spot di guardia) cresciuta nell’università della Georgia – è laureata in comunicazione – dal grande impatto offensivo e dalla precisione chirurgica ai liberi, Morrison nella sua prima stagione europea a Lucca è stata un fattore per la salvezza delle toscane nel primo turno playout contro Moncalieri, ma anche nella regular season è andata ben sedici volte in doppia cifra (con high contro la Dinamo Sassari, 24 punti), quasi 4 assist a partita ed una valutazione media di poco superiore ad uno score di dodici.
GIRL POWER A darle motivazione per il suo passaggio a Campobasso un aspetto particolare: l’ambition. «Mi è subito piaciuto il modo con cui si vive il basket a Campobasso. Mi hanno parlato davvero bene del club ed ho avuto ottime referenze sul suo management in rosa. Adoro lavorare con le donne. Del resto, la mia crescita di rilievo al college è dovuta anche all’aver lavorato a stretto contatto con un’allenatrice».
FOR THE TEAM Regista a tutto tondo, Morrison non guarda a quella che è la sua effettiva posizione sul parquet. «A Campobasso sarò chiamata a ricoprire il ruolo di playmaker – spiega – ma come è avvenuto a Lucca posso giocare anche negli altri spot di esterna perché, per me, è importante dare tutto per la squadra».
STEP BY STEP Ritornando su quella che è stata l’ultima stagione a Lucca, Morrison spiega come il cambio di passo per il team «sia avvenuto quando siamo riusciti a distribuire la leadership nel nostro gioco. L’essere riusciti ad avere un chiaro confronto con il coach ci ha permesse di definire i diversi punti di vista e di crescere tutti, lavorando assieme in vista delle battaglie che ci attendevano. E questo, a mio avviso, ci ha aiutato e non poco».
NEW CROUD Così come, per Morrison, tanto può fare la presenza ed il sostegno dei tifosi. «Il pubblico riesce a farti dare il meglio ed il massimo di te stessa. Non vedo l’ora di essere in Molise per poter dare il mio contributo per la causa, incontrare i tifosi e cercare di regalare loro delle soddisfazioni».
WORK HARD, PLAY HARDER Riferendosi a se stessa, in effetti, il primo innesto della campagna acquisti per la stagione 2023/24 parla come di «una giocatrice determinata a lavorare duro, cercando di fare tutto il possibile per vincere per la squadra ed i miei coach. Cerco di dare il meglio di me stessa in ogni circostanza, cercando di portare il sorriso in partita, nella consapevolezza che a volte bisogna anche convivere col sudore, la fatica e le lacrime, ma, in ciascuna circostanza, sarà determinante dare il massimo per regalare entusiasmo a tutti».
LESS TURNOVERS Parlando dei suoi obiettivi personali, poi, Morrison riconosce «che, al momento, ho un discorso futuribile. Nella mia prima stagione oltreoceano ho cercato di lavorare sul limitare le palle perse. Ecco, se dalle tre-quattro della scorsa stagione, riuscissi a scendere a due sarei già molto felice e a questo aspetto, magari, mi piacerebbe aggiungerne anche altri».
LESSONS IN COLLEGE La nuova playmaker campobassana, poi, entra nel merito anche delle peculiarità dell’universo Ncaa nella crescita individuale, tecnica e temperamentale, di un giocatore o di una giocatrice statunitense.
«Il college ti fornisce – spiega – la consapevolezza di tutti quegli aspetti tecnici, difficilmente enunciabili nel periodo delle high school. In quel contesto c’è già grande competizione, ma tutti gli aspetti specifici del basket riescono ad emergere esclusivamente nel periodo universitario».
MORE THAN A SOFT… BALL Quella cestistica ha rappresentato sempre una forte passione per Morrison, il cui percorso sportivo è iniziato, però, in concomitanza anche su di un ‘diamante’.
«Prima di proiettarmi esclusivamente sulla palla a spicchi – chiosa – mi sono disimpegnata anche nel softball. Il mio ruolo? Ero un’interbase. Poi, però, il richiamo del parquet è stato più forte di tutto».