Un ideale fil rouge con la giocatrice (di cui è stata anche compagna di squadra in passato) che l’ha idealmente preceduta nella composizione del nuovo roster dei #fioridacciaio. Anche lei proveniente dal Nord (nello specifico dal Trentino e, più precisamente, da Rovereto) ed animata da una grande voglia di rivalsa.
Secondo petalo del profumato bouquet a disposizione di coach Mimmo Sabatelli per la stagione 2021/22, pronta ad entusiasmare i tifosi rossoblù nello scenario dell’Arena, arriva nel roster La Molisana Magnolia Campobasso la lunga Giuditta Nicolodi, nelle ultime due stagioni in forza a Ragusa.
PALESE DETERMINAZIONE E che l’intreccio dei pensieri dell’ultimo innesto tra le magnolie sia all’insegna di una tempra non indifferente lo si intuisce sin dalle prime dichiarazioni della ventiseienne lunga di 185 centimetri che ha, alle spalle, una carriera fatta di esperienze importanti in A1 tra Venezia, Trieste, Vigarano, Lucca e Sesto San Giovanni prima del biennio in Sicilia con un riflesso importante anche con la maglia azzurra tra nazionale A (nel 2019) e selezioni giovanili.
«Quella di Campobasso per me è un’opportunità assoluta che ho subito voluto cogliere. Mi si prospetta una stagione intensa con obiettivi di rilievo da raggiungere e con l’opportunità di riuscire a riscattare un ultimo torneo che, almeno a livello personale, non è stato proprio fortunatissimo».
TIFOSI VICINI Abituata al calore del pubblico del PalaMinardi, Nicolodi avrà l’opportunità di continuare a poter interagire con un pubblico passionale come quello molisano.
«La vicinanza della gente è un aspetto che è mancato tanto nell’ultima stagione complice le limitazioni imposte dalla pandemia da Covid-19. Mi auguro che, nel nuovo torneo, ci sia la possibilità di rivedere il pubblico negli impianti e, personalmente, non vedo l’ora di incontrare i miei nuovi supporter per tutti gli attestati di stima nei loro confronti che circolano nell’ambiente e che anche tante mie amiche che hanno giocato a Campobasso mi hanno riportato».
CITTÀ A MISURA «Del resto – prosegue Nicolodi – ho avuto modo di vedere da vicino le peculiarità della città quando sono venuta con Ragusa. È raccolta, un luogo tranquillo dove non ci si può trovar male. Poi la società non ti fa mai mancare nulla, la gente ti mette a tuo agio e ti è sempre vicina. Questo tipo di contatto così forte finisce con l’aiutarti sotto tutti i punti di vista e ti porta a dare il massimo in ogni circostanza».
INCROCI PARTICOLARI Di fatto, per la lunga delle magnolie, Campobasso sarà un po’ come una ‘seconda casa’, un prolungamento di Rovereto. «Il Molise è una piccola regione come il Trentino», concorda.
E – come ideale trait d’union – c’è pure quella birra Forst (prodotta ed imbottigliata a Lagundo, un centro ad un centinaio di chilometri dal luogo di residenza di Nicolodi, ndr) che è cantata dai fedelissimi dei #fioridacciaio nella tarantella campuasciana, compagna di viaggio di ogni affermazione del team rossoblù.
«I miei amici – afferma – mi dicono sempre che prendo subito l’inflessione del posto in cui mi trovo, pertanto la mia promessa, sin d’ora, è quella di imparare ben presto il coro in dialetto per poterlo cantare assieme ai nostri supporter».
IO E STEFANIA A Campobasso, tra l’altro, Nicolodi ritroverà Stefania Trimboli con cui ha condiviso una stagione in A1 (nel 2014/15) a Trieste.
«Entrambe – spiega – siamo elementi che amano molto essere al servizio della squadra e che mettono sul parquet tanta voglia di far bene. Con lei c’è un ottimo rapporto. E subito mi sono trovata anche con il mio nuovo coach Mimmo Sabatelli, di cui ho avvertito già grande determinazione ed ambizione sin dai primi colloqui telefonici in cui mi ha illustrato la modalità di formazione dell’organico. Del resto, a mio avviso, un linguaggio comune fatto di motivazioni è importante nell’assemblare una squadra. Se si hanno giocatrici con in testa gli stessi obiettivi, ossia il bene del gruppo anteposto alle statistiche personali, si crea un’identità collettiva che contribuisce a cementare l’intesa e migliora le stesse performance di una disciplina non a caso collettiva».
LUNGA DINAMICA Aspetto che emerge anche nella descrizione di se stessa come giocatrice da parte della nuova interna rossoblù. «Non mi piace parlare di me. Preferisco siano gli altri a farlo. Posso dire, però, che amo il dinamismo in campo e mi piace prendere tanti rimbalzi e giocare in velocità anteponendo aspetti che possano favorire le mie compagne alle finalizzazioni personali».
FIEREZZA E APPREZZAMENTO Considerazioni che, per certi versi, riecheggiano anche nella promessa fatta dalla giocatrice trentina alla piazza rossoblù.
«Amo giocare con intensità ed agonismo – chiosa – e mi sento di dire che, da parte mia, ma anche delle mie nuove compagne, ci sarà la volontà di lavorare sodo ogni giorno per far sì che i nostri tifosi possano essere fieri di noi e che il club e la città possano essere rappresentati al meglio dalle nostre prestazioni».