Un’unica ‘S’ è l’iniziale delle tre parole scelte per raccontare il Molise come dovrebbe essere: ‘Senza Sostanze Stupefacenti’. È questo lo slogan ideato per l’incontro promosso dal mondo della scuola, dalle forze dell’ordine, dall’Ordine degli avvocati e quello dei giornalisti e rivolto alle nuove generazioni, con l’obiettivo di sensibilizzarle sul fenomeno della droga che, nella ventesima regione, racconta dati allarmanti.
A lanciare l’appello era stato qualche tempo fa il procuratore capo Nicola D’Angelo, il quale si era rivolto agli stessi giornalisti, affinché i mezzi di comunicazione fossero tra i protagonisti di una vera e propria battaglia finalizzata al contrasto allo spaccio e all’utilizzo di sostanze stupefacenti.
Ecco perché allo stesso D’Angelo è stata affidata l’apertura dei lavori di questa mattina dove all’incontro, tenutosi nell’Aula Magna dell’Università, hanno preso parte ben 450 studenti, provenienti da numerose scuole della regione.
Affrontare l’argomento senza paura o inibizione, ma con tutta la determinazione del caso, è stato uno dei messaggi veicolati nel corso dell’intensa giornata. “Non rinunciate alla capacità di sognare”, ha detto D’Angelo agli studenti. “Il Molise troppo spesso viene descritto come uno dei posti peggiori dove nascere o crescere, ma vi assicuro che non è così. Se insieme a noi, prenderete la direzione di questo progetto, sono sicuro che da città come Roma o Milano si interessano alla nostra realtà”.
“Stiamo vivendo un momento di grande crisi, incapace di offrire una prospettiva ai ragazzi che troppo spesso mancano di punti di riferimento”, sono state invece le parole del direttore dell’Ufficio Scolastico Regionale, Anna Paola Sabatini. Proprio quest’ultima rivolgendosi ai docenti presenti ha aggiunto: “Non abbiate paura di dare regole ai vostri ragazzi. Sono loro a chiederle. Abbiamo tutti il dovere di dare ai nostri giovani valide alternative di riferimento”.
Particolarmente toccante il momento dedicato alla testimonianza di un ex assuntore di droga. Ivan, con un passato da cocainomane alle spalle e un percorso di disintossicazione lungo 15 anni ha voluto lanciare il suo appello agli studenti. “Lasciate stare la droga. Siete nati per vivere, non per morire”.
Chi ha vissuto l’inferno della droga ha voluto così raccontare a una platea gremita di adolescenti come alle droghe pesanti si arrivi quasi sempre passando per quelle leggere. È così che ha iniziato Ivan: fumando qualche spinello e ritrovandosi, senza accorgersene, a farsi di cocaina ed eroina. Sostanze che hanno annientato tutto, così come la sua passione per la musica.
Perché è questo quello che la droga fa, si porta via tutto: giovinezza, ambizioni, affetti. E se non si è disposti davvero a mostrarsi più forti di ciò che uccide, salvarsi non è affatto scontato.
Ma salvare i giovani del Molise, affinché non diventino “ragazzi spezzati” è un dovere di tutti. Una strada che, coinvolgendo enti, istituzioni e singoli, può condurre alla destinazione sperata soltanto se sarà percorsa condividendo intenti e azioni da mettere in campo per ribadire un secco ‘no’ a quelle sostanze che uccidono.