I suoi occhi azzurri intensi sono il simbolo della bellezza di una donna forte e tenace che, oltre ad aver sconfitto il cancro, ha creato un marchio di moda ‘made in Molise’, simbolo della rinascita.
Alessandra Peri, mamma e imprenditrice, dopo aver studiato e vissuto tra Roma, Siena e Barcellona, decide di tornare a Rocchetta a Volturno, la sua terra, e valorizzare il Molise realizzando un sogno che aveva da bambina, creando Spazzuk, un brand di moda con i valori della sostenibilità e l’artigianalità.
A tu per tu con Alessandra.
Come e quando nasce il progetto di moda Spazzuk? “Spazzuk nasce nel 2017, quando ho compiuto 40 anni”.
Un nome molto bizzarro. Chi ti ha ispirata? “In realtà la paternità del nome non è mia ma di mio figlio Yari, che allora aveva 7 anni. La sorellina Petra mi aveva chiesto di disegnarle una bambolina. Ne voleva una con dei baffetti e con i colori che più ama: bianco, nero e fucsia. Così ho disegnato Spazzuk e quando Yari l’ha vista mi ha detto: “Si chiamerà Spazzuk”.
Un brand molisano. Ci racconti che tipo di lavoro c’è dietro i vostri capi d’abbigliamento? “È un brand volutamente Made in Molise. Sia io che il mio compagno Andrea ci siamo dovuti muovere per lavoro. Per molto tempo la nostra vita si è divisa tra Roma, Siena e Barcellona. Poi abbiamo deciso di tornare nella nostra terra, alla quale siamo stati sempre legati e nelle cui potenzialità abbiamo sempre creduto. La nostra bambolina ha delle sembianze che ricordano il Giappone, perchè nella loro cultura il legame con la terra, con le origini è essenziale, così come lo è per noi. I valori di Spazzuk sono la sostenibilità e l’artigianalità. La sostenibilità si concretizza nella scelta di materiali ecosostenibili e cruelty-free; l’artigianalità prevede la collaborazione soprattutto di maestranze molisane sia per i cartamodelli che per la produzione. Dietro il nostro lavoro c’è la famiglia, la tradizione ma c’è anche la vicinanza alla cultura suburbana, con un mush up tra arte, cinema e musica. Contaminazione è la parola chiave”.
Spazzuk permette un’integrazione con gli utenti perché è possibile personalizzare il marchio. Ci spieghi come? “In realtà Spazzuk punta sull’interazione, sullo scambio continuo con chi sceglie di avere un nostro prodotto. Dalla community che ruota intorno al nostro mondo raccogliamo suggerimenti e stimoli. Da queste interazioni nasce il progetto “Choose Your Style, Make Your Spazzuk”. Entrando nel nostro sito puoi personalizzare la tua t-shirt o felpa, scegliendo colori, modelli e loghi, in modo libero, seguendo il tuo stile. La moda è espressione di sè e deve essere quanto più possibile vicina a chi la indossa. Non mi piace una visione massificata della moda, preferisco che sia più personale, più intima. Anche per questo i capi Spazzuk volutamente hanno edizioni limitate”.
Ci parli della Alessandra imprenditrice e Alessandra donna? “Spazzuk non è solo un brand di moda ma anche il simbolo di una rinascita”.
Ci racconti come hai affrontato la malattia? “Spazzuk è arrivato in un momento abbastanza buio della mia vita e della vita della mia famiglia, perché è arrivato quando stavo e stavamo combattendo contro il cancro. Quando ti dicono che sei malata e ti guardi intorno, vedi i tuoi bambini piccoli e senti il vuoto. È come quella frazione di secondo quando passi dalla luce accesa alla luce spenta, il vuoto. Ma poi la luce si riaccende e inizi a lottare prima di tutto per te, perché è la tua vita, poi per la tua famiglia. Non è una lotta semplice, ogni giorno devi affrontare le tue paure, che devi imparare a gestire, a controllare, devi pensare positivo perché sai che ti aiuta. È una battaglia che affronterai per sempre ma quando ti senti aggrappata ad un filo scopri tanto di te. Scopri che alla fine siamo più forti e tenaci di quanto pensiamo e inizi a dare un senso a tanti piccoli pezzi della tua esistenza.
Spazzuk è il sogno di quando ero piccola, di quando avevo 5 anni come mia figlia, un sogno che per paura ho accantonato ma che in quel momento ho capito che dovevo riprendere. Dovevo provarci e così siamo partiti per quest’avventura”.
Che messaggio senti di lasciare a chi in questo momento lotta contro un cancro? “Il cancro è una malattia che ti accompagnerà per tutta la vita, la paura ti accompagna per sempre. Ogni 6 mesi, quando vado a fare i controlli, è difficile gestire le emozioni. Bisogna essere forti affrontare ciò che ci spaventa. Questa malattia, però, è anche una possibilità per conoscersi e conoscere le proprie possibilità. Anche se è difficile bisogna cercare qualcosa che nella giornata ti faccia sorridere almeno una volta e andare avanti con tenacia”.
Alessandra, un esempio per tanti, un orgoglio per il Molise.
Maria Cristina Giovannitti