‘Impara l’arte’ presenta Denise Lorella Narducci: vivere l’essenziale

Denise Lorella Narducci intervistata da Sergio Marchetta

SERGIO MARCHETTA
Oggi sono di nuovo ad Isernia per incontrare un altro giovane talento. Sotto il sole di fine estate incontro Denise Lorella Narducci, una ragazza che vive di passione per la scrittura, per la musica e soprattutto per la vita. A distanza di poco tempo dalla pubblicazione della sua opera prima iniziamo la nostra chiacchierata sorseggiando un coktail ideato ad hoc dal maestro Domenico Piccoli. Il libro che Denise sta promuovendo s’intitola ‘L’essenziale’; e proprio a partire dal titolo di questo saggio ha inizio la mia intervista.

Qual è la tua essenza in quanto donna e in quanto scrittrice?
“Sono una donna fatta di emozioni, desiderio e istinto come qualunque creatura. E come tutti mi ritengo indefinibile e in continuo mutamento”.

I pilastri della tua vena creativa sono la scrittura e la musica; quanta musicalità c’è nelle tue parole quando scrivi?
“Scrivo sempre con un sottofondo musicale capace di ispirarmi ma posso passare senza accorgermene dai Pink Floyd ai Massive Attack a seconda del mio stato d’animo”.

Com’è iniziato il percorso che ti ha portato a diventare una scrittrice?
“Non ho cercato la scrittura perché essa è nata con me; l’esperienza e la fiducia in me stessa mi ha poi raffinata nello stile strada facendo. Dieci anni fa la mia espressione artistica prevalente prendeva corpo facendo la dj ma fin da allora mi capitava di tornare a casa dopo una serata con l’esigenza impellente di mettermi a scrivere”.

Il tuo libro è un saggio; ti capita di scrivere utilizzando anche altre forme di scrittura?
“Ho scritto molte poesie e ne scrivo ancora; tuttavia ho voluto pubblicare la parte più descrittiva e psicologica della mia produzione”.

Parliamone nel dettaglio: si tratta di un testo che può essere considerato qualcosa di più, un vero e proprio progetto.
“Certo, un progetto indirizzato a una relazione d’aiuto. In ciascuno dei cinque capitoli che compongono il libro provo a fornire una chiave al lettore, un aiuto alla comprensione delle tematiche in cui ho voluto approfondirmi. Un aiuto per viaggiare alla scoperta della propria essenza attraverso lo svelamento delle repressioni che abitano nella nostra esperienza personale”.

Perchè oggi si tende a reprimere la propria essenza, ciò che si è davvero? “Oggi il costruttivismo sociale dilaga e coinvolge la società in generale e di conseguenza anche i bisogni primari risultano mascherati, incompresi e annullano i benefici che potrebbero invece arrecare la coerenza e la semplicità”.

Una delle maschere che oggi si indossano vanno a influenzare la sfera dell’intimità e della sessualità. Anche di questo parli nel tuo libro.
“La mentalità del tabù è ancora imperante soprattutto nelle piccole realtà delle nostre periferie. Vivere la propria essenza significa anche poter esprimere nella libertà la sfera sessuale avendo il coraggio di non far coincidere necessariamente l’eterosessualità con la normalità”.

Come definiresti il concetto di intelligenza emotiva dal tuo punto di vista?
“Come la capacità di collegare mente e cuore in una gestione delle emozioni equilibrata e armonica. Non saper coltivare la propria intelligenza emotiva porta a vivere i rapporti e le esperienze interpersonali all’insegna dell’ansia e del timore perdendo di vista un dato fondamentale e cioè che non essendo fisicamente immortali non possiamo sforzarci di conferire il carattere dell’eternità alle nostre emozioni o situazioni sentimentali. Gustarsi l’attimo è un’ambizione positiva. Le emozioni non si scelgono”.

Gestire male le proprie emozioni è anche privarsi della libertà?
“Certo. Significa viversi per ciò che non si è davvero”.

Nel tuo libro parli anche dell’istinto: lo vedi come un limite o una risorsa per le emozioni?
“L’istinto rappresenta noi stessi e la guida per raggiungere la nostra essenza; è l’equilibrio tra emozione e desiderio. Alcune devianze, certe depravazioni per esempio possono nascere proprio dalla repressione degli istinti fondamentali”.

Un altro argomento che affronti è quello dell’erotismo. Come lo riassumeresti?
“L’erotismo rappresenta un concetto puro, artistico. Non si riconduce a un atto fisico in senso stretto bensì all’espressione della seduzione in tutte le sue forme”.

A te piace accostare il concetto di seduzione alle donne più che agli uomini. Come mai?
“Penso che la seduzione sia un aspetto innato particolarmente nel genere femminile anche se l’uomo può sedurre altrettanto. Tuttavia la donna per la sua stessa conformazione fisica è più predisposta alla seduzione. Riducendo ai minimi termini potremmo dire che per l’uomo la seduzione è un’arte più faticosa. Il fascino, poi, è quell’elemento fondamentale della seduzione che la rende potente al di là dell’aspetto fisico e corporeo”.

In effetti potremmo definire il tuo libro una vera e propria “guida” e uno strumento che hai inserito nel tuo impegno nel sociale. Ce ne parli?
“Il libro è strettamente correlato agli ideali e alle attività dell’associazione che ho fondato in difesa dei diritti delle categorie sessuali; una forma attiva di sostegno, orientamento e consulenza”.

Hai nuovi progetti creativi per il futuro?
“Sto lavorando a un romanzo che dovrebbe uscire a breve. Non aggiungo altro se non che avrà una forma travolgente”.

Come vedi proiettato il tuo “essenziale” nel futuro?
“Impegnato, soprattutto nell’educazione sessuale ed emotiva nelle scuole attraverso incontri o laboratori dedicati ai più piccoli. Sarà la mia battaglia personale”.

L’intervista si conclude ma il desiderio di approfondire gli argomenti appena accennati dalle parole di Denise spinge inevitabilmente al desiderio di accostarsi al libro. Conoscere questa giovane autrice molisana ha significato per me incontrare un’anima creativa motivata alla scoperta della vita nella sua pienezza, nella sua armonia e nel gusto di mostrarsi per ciò che si è profondamente. Concetti apparentemente scontati, ma che spesso si perdono di vista proprio per il timore di vivere ciascuno il proprio essenziale.

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