Emergenza Covid, la diocesi propone progetto di medicina sul territorio. Alla redazione del nostro giornale, è recentemente arrivata una mail con questo oggetto, mittente la Diocesi di Termoli-Larino. In prima battuta, mi sono stupita del fatto che una diocesi proponesse un progetto di medicina del territorio ed ho iniziato la lettura con scarso interesse. Diversamente dalle aspettative, il progetto risulta una base interessante degna di essere valutata e valorizzata dai vertici dell’Azienda Sanitaria Molisana. Oltretutto la diocesi in questione presenta un sito web molto utile e ben fatto, con un’intera pagina dedicata all’emergenza sanitaria.
La comunità cattolica locale propone un progetto sociale, ambientale e sanitario per tutelare la salute dei molisani e quella del territorio. A nostro avviso, l’aspetto più innovativo del progetto è la Crowdsoucing Medicine, ovvero la proposta di mettere in comune le risorse per raggiungere gli obiettivi di salute. Difatti la comunità cattolica rappresenta un popoloso gruppo di cittadini, non solo con un credo comune, ma anche con una efficace organizzazione gerarchica e la capacità di comunicare in maniera rapida, uno degli aspetti cruciali di questa emergenza.
Nella proposta la salute viene descritta come un investimento virtuoso che evita allo Stato di pagare grandi costi sociali e finanziari, si propone quindi una sanità che abbia al centro la salute prima della malattia ed il passaggio dalla mera erogazione di prestazioni sanitarie alla “promozione della salute” con il conseguente spostamento del baricentro dell’intervento dall’ospedale al territorio e con la corresponsabilizzazione dei cittadini organizzati. Il progetto della Diocesi, non si limita a descrivere le criticità nella gestione dell’emergenza, ma è ricco di proposte concrete che abbiamo sintetizzato come segue:
– Digitalizzazione del sistema sanitario del Molise
– Suddivisione dell‘ASREM in tre “Distretti Della Salute” con funzione di governo, programmazione, coordinamento e controllo delle attività sanitarie.
– Valorizzazione del ruolo e della partecipazione dei sindaci nell’attività di lettura e interpretazione dei bisogni sociali, ambientali e sanitari del territorio.
– Potenziamento dell’organico dei medici di base per una vera presa in carico del paziente in modo da superare la deleteria frammentazione dell’assistenza.
– Rifondazione delle Case della Salute, definite come il vero cuore pulsante della medicina territoriale e delle attività di prevenzione, luogo elettivo nel quale si realizza l’incontro tra comunità e sistema sanitario, luogo di formazione, informazione ed educazione alla salute, facilita l’accesso alle prestazioni, favorisce la prevenzione primaria e secondaria, e la riabilitatzione.
– Riorganizzazione dei dipartimenti per le attività di prevenzione e contrasto alle dipendenze patologiche (Ser.D.) e i servizi di sostegno alle famiglie e alla maternità per una procreazione responsabile attraverso una rinnovata rete di consultori.
Nel documento redatto dai cittadini della diocesi si legge inoltre che gli Ospedali di Comunità, le RSA, i Centri di Riabilitazione, i Centri Diurni e Servizi Residenziali per la salute mentale rappresentano un anello fondamentale fra l’ospedale e la medicina nel territorio. Così come le farmacie di comunità possono, per parte loro, partecipare al servizio di assistenza domiciliare integrata, a supporto del medico di medicina generale, ed effettuare analisi di prima istanza.
Si richiede inoltre una riorganizzazione della rete degli ospedali pubblici molisani che andrebbe integrata con il nuovo servizio sanitario che ha nella medicina territoriale il suo vero fulcro. Infine i cattolici molisani auspicano che la sanità regionale, possa in futuro essere accompagnata da una capillare attività di educazione alla prevenzione e al corretto utilizzo dei servizi , coordinata dalle Case della salute.
Numerose critiche sono giunte ai vertici della Regione Molise dall’inizio dell’eremgenza sanitaria, ed è ben facile giudicare il lavoro altrui senza trovarsi nel difficile ruolo di decidere interventi e priorità. Tuttavia questo appello ai sindaci e progetto di medicina sul territorio, non si limita ad elencare le problematiche ma offre proposte concrete con competenza e conoscenza della materia. Questo ci fa credere che le diocesi e le parrocchie italiane, per la loro motivazione e organizzazione, potrebbero avere un ruolo cruciale nella gestione di questa emergenza.