CAROLA PULVIRENTI
Palla al centro, inizia il secondo tempo. Immaginiamo i nostri attaccanti: gli operatori sanitari impegnati nell’assistenza diretta alle persone con Covid-19. Sono stanchi, ma continuano a segnare gol, hanno il supporto dei centrocampisti: ricercatori che studiano le strategie terapeutiche per le persone che si ammalano. Ad oggi, la malattia da Coronavirus si tratta con diversi obiettivi: inibire la replicazione del virus, ridurre l’infiammazione da esso provocata, ridurre il rischio di tromboembolie.
In tutto il mondo sono in corso studi di sicurezza ed efficacia per alcuni farmaci e l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha messo a punto un grande studio internazionale: Solidarity. Al momento, le autorità regolatorie internazionali, FDA ed EMA, non hanno ancora approvato alcuna terapia specifica per il trattamento dei pazienti con infezione da Covid-19 ma, in base al Decreto Ministeriale n.173 del 2003, è possibile utilizzare alcuni farmaci anche al di fuori delle sperimentazioni. Descriveremo, quindi, alcuni obiettivi dell’approccio terapeutico.
Contrastare il virus – I virus entrano nelle cellule e si moltiplicano in vari modi, inibire questo meccanismo è fra gli obiettivi delle terapie. Il farmaco Baricitinib è un antivirale attualmente in sperimentazione presso l’Azienda Ospedaliera Universitaria Pisana. Alcuni studi indicano che il Sars-co-v2 potrebbe infettare i polmoni attraverso un recettore chiamato ACE2, una proteina che si trova sulle cellule del rene, vasi sanguigni, cuore e degli alveoli polmonari. Il farmaco Baricitinib sembrerebbe in grado di inibire questo processo, interrompendo la catena che regola l’ingresso del virus nelle cellule. Lo stesso farmaco sembra, inoltre, ridurre la risposta infiammatoria dell’organismo.
Tale infiammazione rappresenta uno dei principali problemi dei pazienti Covid. Altri farmaci sperimentali che potrebbero inibire il Coronavirus sono il remdesivir e il lopinavir associato a ritonavir.
Contrastare l’infiammazione – I farmaci antinfiammatori sono molto conosciuti e largamente usati dalla popolazione generale. Nei casi di malattia da Coronavirus se ne usano diversi, fra cui i cortisonici e la clorochina. L’idrossiclorochina è in fase di sperimentazione in associazione ad azitromicina e sembrerebbe avere un potere antinfiammatorio, ma anche un’azione antivirale.
Vi sono inoltre dei farmaci di ultima generazione, studiati per colpire quasi esclusivamente le molecole che risultano dannose per l’organismo, riducendo i danni dell’infiammazione in maniera selettiva. Il Tocilixumab è uno di questi, un anticorpo monoclonale, in sperimentazione presso l’Azienda Ospedaliera ‘Cotugno’ di Napoli, in cooperazione con l’Istituto Nazionale Malattie Infettive “Lazzaro Spallanzani” e con l’Azienda Unità Sanitaria Locale-IRCCS di Reggio Emilia. Il meccanismo d’azione è piuttosto complesso, ne descriviamo una parte.
Come sappiamo, uno dei danni principali della Covid-19 avviene a livello degli alveloli polmonari: l’organismo reagisce al virus rilasciando una “tempesta di citochine”. Queste proteine provocano una reazione infiammatoria che può determinare una ridotta diffusione di ossigeno e il malfunzionamento dei polmoni. Alcuni studi hanno dimostrato che il Tocilizumab può inibire l’Interleuchina-6 con buoni risultati sui sintomi infiammatori provocati dal virus.
E’ un anticorpo monoclonale anche l’unico farmaco studiato per bloccare il SARS CoV-2. Al momento, ha un nome in codice: 47D11. Questo farmaco bloccherebbe la proteina ‘S’ del virus che si lega al recettore ACE2, espresso sulle cellule polmonari. Tuttavia non è ancora utilizzabile.
Se è vero che il vaccino è ancora lontano dall’essere una risposta reale alla pandemia in atto, vi sono in corso numerose sperimentazioni, fra cui alcune sembrano promettenti. Un aspetto fondamentale di tutte le terapie per la Covid-19, sembra essere il momento in cui viene iniziata la cura: in alcuni casi occorre anticipare il virus, in altri occorre attendere che abbia terminato la fase di replicazione. Tutte le informazioni aggiornate e affidabili sull’argomento si trovano sul sito dell’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA).
In questa partita, di cui è appena iniziato il secondo tempo, che ruolo hanno tutte le persone che non lavorano in ambito sanitario? Un ruolo fondamentale nel calcio: il portiere. I cittadini italiani sono chiamati a presidiare le porte, rispettando il distanziamento sociale per evitare che il virus faccia altri gol.