Mercoledì 12 febbraio il Tar Molise entrerà nel merito del ricorso dell’architetto Giuseppe Giarrusso che, alla giustizia amministrativa, chiede di annullare la nomina dei capi dipartimento. Una tegola che arriva su Palazzo Vitale in un clima politico abbastanza infuocato, dove non mancano le polemiche. Anche e soprattutto alla luce delle delibere di Giunta numero 47 e numero 51 che prorogano gli incarichi ai dirigenti esterni fino al prossimo agosto 2020.
Ma a destare scalpore, polemiche e veleni ed ad infuocare il clima, soprattutto nelle stanze di Palazzo Vitale, è la fuga di notizie.
Prima, infatti, che i provvedimenti del Governo regionale possano essere consultati sull’albo pretorio della Regione Molise, le scelte compiute dalla Giunta diventano di dominio pubblico in altro modo. Via etere viene, infatti, trasmesso ciò che avviene nel Palazzo di via Genova, dove nemmeno il sistema delle impronte digitali sarebbe servito alla politica locale a mettersi al riparo dagli spifferi.
Ci ha così pensato quel nome di fantasia interpretato nel 1982 dalla celeberrima Monica Vitti. Personaggio di fantasia che però, in Molise, opera in carne ed ossa e che ha fatto del titolo del film di Sordi il suo mantra: “Io so che tu sai che io so”.
Una vicenda avvolta nel mistero che infittisce e rende incandescente l’ambiente di via Genova (e non solo) e dove per ogni pizzino più di qualcuno sembrerebbe andare in fibrillazione, tanto da indurre il presidente Toma, così come riporta Primo Piano Molise, a voler istituire un nucleo interno che accerti i contorni della fuga di notizie.
Chi c’è dietro quella bionda mozzafiato che, calcando la mano, mette nero su bianco sospetti, allusioni, ma anche quelle decisioni che, solo ore dopo, appaiono sul sito della Regione?
Una persona mossa da interessi personali? Un sistema organizzato nei minimi dettagli? Amministrativi o politici?
Al momento l’unica cosa certa è che, chiunque abbia messo su questo sistema, prendendoci sempre più gusto, sa come operare. Sa come agire sul web. Sa soprattutto come far andare in fibrillazione i destinatari delle proprie attenzioni.
Sa come trasformare in vetro sottilissimo quelle mura che hanno occhi e orecchie, ma soprattutto una voce per raccontare.
Si narra che i sospetti sarebbero infiniti e, in alcuni casi, avrebbero anche avuto conseguenze e ripercussioni. Per carità, voci di corridoio che però sembrerebbero contribuire a rendere incandescente un clima già infuocato.
Un clima dove c’è molta attenzione alla fuga di notizie e dove piacerebbe a più di qualcuno poter mettere una taglia sulla testa di chi ha occhi e orecchie per sentire e ha trovato una voce per narrare.