Il Molise torna alla ribalta nazionale. Non è la prima volta. Dopo l’era Frattura dove tante volte i riflettori erano stati accesi dallo stesso organo di stampa sulla ventesima regione, questa volta a prendersi lo spazio su ‘Il Fatto Quotidiano’ sono le gesta recenti del governatore Donato Toma, la cui figura viene accostata a quella di Caligola, il despota imperatore romano.
A finire sotto la lente d’ingrandimento della stampa nazionale l’azzeramento della Giunta, l’eliminazione della surroga e la nomina ad assessore del suo fedelissimo Maurizio Tiberio.
Il “cavallo di Caligola”, così come viene definito Tiberio dai colleghi del ‘Fatto’, al fianco del governatore sin dalla sua campagna elettorale e prestatosi alle grandi manovre necessarie per portare a casa l’approvazione del Bilancio in Consiglio regionale, è passato in questi anni dal ricoprire il ruolo di consigliere economico del presidente a dipendente della sua segreteria al più importante e prestigioso incarico di unico assessore dell’esecutivo regionale, seppur senza deleghe.
Del passato del braccio destro del presidente Toma la stampa nazionale ne ricorda soprattutto i mutamenti camaleontici che, di volta in volta, lo hanno portato ad aderire a diversi partiti: “già Forza Italia, poi Margherita, poi a bordo del partito per una notte di Corrado Passera, poi con Quagliariello e poi di nuovo in Forza Italia, nella segreteria politica del Presidente Toma nei panni del braccio destro factotum”. E ora ovviamente di assessore.
Uno spaccato particolare, Il Fatto lo apre poi sulla questione della costituzionalità che ha interessato la grande manovra di Toma in vista del bilancio. Questione già sottolineata in Aula durante le sedute del consiglio dedicate al rendiconto regionale.
Un aspetto sul quale ci penseranno i giudici del Tar a entrare nel merito.
In attesa che ciò avvenga ci sarebbe anche chi mormora come, proprio i ritardi per la nomina della nuova Giunta potrebbero anche essere attribuiti a cercare di non influenzare il giudizio del Tar. Ovviamente siamo nel campo di una mera ipotesi, ma rinominare i vecchi assessori potrebbe fornire quasi una prova che la legge sia stata utilizzata secondo un piano ben preciso.
Ipotesi, ci teniamo a precisare, che potrebbe essere smentita a breve dalla nomina del governatore della sua nuova, o vecchia, squadra. E poi, se questo aspetto sarà considerato rilevante dai giudizi bisognerà attendere quelle che saranno le volontà dei giudici.
Insomma, chi vivrà vedrà!