Alla vigilia della tornata elettorale per le prossime regionali è il coordinatore provinciale del Partito Democratico, Stefano Buono, a rassegnare le dimissioni. Lo scenario politico locale non sembra poi molto distante da quello nazionale sopratttutto alla luce del risultato alle Politiche dello scorso 4 marzo.
“L’analisi del dato elettorale – riflette, infatti, Buono – induce a riflessioni complesse. Ci sono motivazioni profonde che mi portano a sostenere come e più di prima il progetto riformista del PD in Italia, convinto che sia ancora, nel complesso, la forza riformista e progressista che meglio di tutte le altre può fare al Paese. Tuttavia, la realtà e la crudeltà del dato elettorale, in particolar modo in Molise, dovrebbe indurre a fare considerazioni drastiche, di presa di responsabilità. I cittadini hanno, evidentemente, valutato non positivamente, non solo la linea politica del PD Nazionale, ma anche le politiche messe in campo dal PD in questi anni in Molise”.
“Di questo – dice Buono – non possiamo non prenderne atto e proseguire con le stesse logiche. Abbiamo l’obbligo, cominciando proprio dalle prossime regionali, di costruire una proposta politica rinnovata. E’ la tesi che molti di noi, da Venafro a Termoli, stanno portando nelle riunioni di questi giorni nelle sedi opportune; un’idea progettuale che, anche rinnovando se necessario, possa aprirsi alle anime della sinistra che oggi si sentono escluse ed al mondo delle civiche e del centro. Derubricare quanto è successo alle urne come voto di protesta è analisi miope, pigra e, forse, in alcuni casi, strumentalmente voluta”.
“Da mesi, assieme agli amici Garanti e ai tanti simpatizzanti della Federazione PD di Isernia, abbiamo profuso impegno per mantenere viva l’attività politica del nostro soggetto politico. Abbiamo sempre sostenuto che non bisogna rincorrere i cinque stelle: sarebbe sbagliato, esiste un abisso tra i nostri valori e i loro, tra la nostra visione e la loro. Ma ho sempre affermato che non bisogna aver timore di riconoscere alcune cose che abbiamo sbagliato, anche se a dircelo sono i pentastellati. Per questo motivo, ad esempio, sono convinto che una drastica riduzione dei privilegi e delle indennità della politica debba far parte integrante anche del nostro programma. Per lo stesso motivo credo che questa delicata fase, caratterizzata da passi indietro e da dimissioni più o meno reali, vada gestita diversamente. Anche per queste motivazioni ho formalmente chiesto, e continuerò a farlo nelle riunioni assembleari e non di questi giorni, che le scelte e l’eventuale nuova proposta politica possano essere oggetto di maggiore collegialità e non gestite dalle solite persone al chiuso di una stanza. Spero – conclude Buono – si apra concretamente a soluzione di questo genere, ce lo chiedono le persone. Mi dimetto perché penso che non si possa esclusivamente puntare il dito, perché ritengo che l’assunzione di una responsabilità collettiva è la precondizione per tutti i ragionamenti successivi”.